Peppino e il tesoro dei briganti, teatro di narrazione… in Cortile

“La terra ha bisogno solo di pazienza, di lavoro e di rispetto, come le storie…”. Per il progetto “in Cortile 2022”, contenitore di spettacoli e animazione nei quartieri di Taranto, lunedì 18, alla parrocchia Corpus Domini, in viale della Repubblica a Paolo VI (ore 19), in scena “Peppino e il tesoro dei briganti” di e con Giuseppe Ciciriello, musiche in scena Piero Santoro, produzione CartiCù, vincitore premio EartThinkFestival 2016. Durata 60′. Repliche martedì 19 alla parrocchia Santa Famiglia alla Salinella (ore 20.30) e mercoledì 20 alla parrocchia Regina Pacis a Lama (ore 20.30). Biglietto 5 euro. Info: 366.3473430. 

Peppino, accompagnato dalla fisarmonica di Zi’ Pietro, racconta di tanto tempo fa, quando era piccolo e non più alto del bastone che suo nonno usava per raccogliere la frutta, “quando il tempo era un altro tempo e non aveva bisogno di tempo, perché aveva tutto il tempo di cui aveva bisogno, con ogni cosa al suo tempo”. Racconta di quando d’estate andava a vivere dai suoi nonni, in campagna fra la menta e il rosmarino, e le giornate incedevano a passi lenti e scalzi a contatto con la terra rossa, accompagnate dalla voce di latte e miele della Nonna Filomena, che risuonava tra le lenzuola stese gonfiate come nuvole leggere dal vento di tramontana, e i racconti di Nonno Peppe, ascoltati, tra il ronzio delle api nei gelsomini, al fresco della pergola d’uva davanti al piazzale.
Le rocambolesche avventure del brigante Capatosta e del suo tesoro si intrecciano con quelle del narratore Peppino e di suo nonno. Sono le storie della terra dove sono cresciuti, terra di ulivi e ginestre, tra masserie, tratturi e muri di pietra a secco. Sono le storie di un bosco, quello vicino alla casa dei suoi nonni, dove da piccolo Peppino trascorreva le estati, perdendosi, andando a caccia di lucertole e tesori, senza sapere che il tesoro più grande era tutto intorno a lui ovunque camminasse.

 
Giuseppe Ciciriello
Attore, autore e musicista, si forma a Bologna, dove dal 1998 frequenta i corsi di violino e musica d’insieme alla scuola popolare di musica “Ivan Illich” e i laboratori e i seminari attoriali curati dal DAMS dell’ateneo felsineo. Nel 2000 crea la Compagnia della Pietra che canta, gruppo itinerante di musici e cantastorie. Nel 2003 incontra Carlo Formigoni, punto di riferimento per il teatro didattico e il teatro brechtiano in Italia, e partecipa a numerose produzioni del Teatro dell’Altopiano. Per CartiCù APS, in collaborazione con Piero Santoro, realizza diversi spettacoli di “teatro di narrazione e musica”: “Il Traìno dei fessi ovvero dietro ogni scemo c’è un villaggio” (2007); “Zhoran, storie di zingari e violini” (2014); “Peppino e il tesoro dei briganti” (2015); “Iliade ovvero siamo tutti figli di Troia” (2019), “Odissea dell’importanza di chiamarsi Ulisse” (2020).
 
Piero Santoro
Eclettico e virtuosistico fisarmonicista, studia musica prima come autodidatta poi al Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce nel corso di musica popolare. Il suo repertorio spazia dal folk, al rock, allo ska, al balcanico, all’improvvisazione. Fisarmonicista dei Folkabbestia e dell’Orchestra Mancina, collabora con diversi progetti artistici e musicali. Incontra il teatro nel 2003 con lo spettacolo “Il grande racconto” di Bruno Stori, diretto da Robert McNeer e prodotto da Casarmonica, associazione culturale di cui è cofondatore.
 

 
Il progetto “in Cortile” – seconda edizione – è realizzato dal Crest. Con il sostegno della Regione Puglia e del Comune di Taranto.

crediti immagine: Ercole Capuano
 

 

 

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