Svenimenti

Un vaudeville dagli atti unici, dalle lettere e dai racconti di Anton Cechov. Per la stagione di prosa del Comune di Taranto, organizzata dal Teatro pubblico pugliese, venerdì 30 (ore 21) e sabato 31 gennaio 2015 (ore 18) al TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, va in scena “Svenimenti”, progetto, elaborazione drammaturgica Elena Bucci e Marco Sgrosso, regia Elena Bucci, con Elena Bucci, Gaetano Colella, Marco Sgrosso, disegno luci Loredana Oddone, drammaturgia del suono Raffaele Bassetti, collaborazione ai costumi Marta Benini, produzione CTB Centro Teatrale Bresciano – Le Belle Bandiere. Durata 105′. Biglietto intero 20 euro, ridotto 15 euro. Durante la serata sarà possibile degustare vino e prodotti biologici tipici pugliesi offerti da “Tarallucci e vino” di Francesco Carati (via Presicci 5, Taranto). Info: 099.4725780 – 366.3473430.
Affiancati in scena da Gaetano Colella, Elena Bucci e Marco Sgrosso entrano nel labirinto creativo di Anton Cechov a partire dalle lettere che sua moglie, l’attrice Olga Knipper, continua a scrivergli anche dopo la morte, in un dialogo ininterrotto che ne vuole evocare presenza e voce. La drammaturgia intesse gli atti unici con visioni tratte dai racconti, irruzioni di frammenti di altre opere, lettere che l’autore scambiò con persone care, scrittori e compagni di lavoro. Ne emerge il ritratto, pieno di contrasti, di un uomo medico per vocazione e scrittore per passione, affettuoso e intelligente osservatore degli umani, instancabile e gentile difensore degli ideali, amante della vita tumultuosa del teatro ma anche della completa solitudine, sempre curioso della vita nelle sue variabili forme. Gli attori ne inseguono l’affascinante poliedricità attraverso continue trasformazioni e cambi a vista. Diventano, di volta in volta, compagni del Teatro d’Arte, fantasmi dell’autore, evocazioni di personaggi o testimoni al presente.
«Finalmente incontriamo Anton Cechov, delicato e spiritoso, lieve in apparenza ma rivoluzionario per autenticità. Partiamo da una fantasia in trio incentrata su alcuni dei suoi formidabili atti unici, operine che lui stesso scherzosamente definiva ‘vaudeville’ e al cui straordinario successo assisteva stupito, nuvole di puro teatro, ritmo ed esilaranti invenzioni che illuminano la solitudine malinconica dei suoi antieroi, le ridicole debolezze di noi tutti, la misteriosa tessitura dei rapporti, le utopie, la trasformazione veloce di un mondo, lasciando intravedere le visioni dei capolavori a venire. Come omaggio a Vselovod Mejerchol’d, che aveva intitolato “Trentatre svenimenti” la sua rilettura di tre atti unici di Cechov, abbiamo scelto come titolo per lo spettacolo “Svenimenti”, alludendo ai punti di crisi emotiva e di perdita di controllo dei personaggi, urla o gioia, pianto o riso, comunque resa all’incomprensibile emozione della vita», annotano Elena Bucci e Marco Sgrosso.

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