TRAC, Francesco Michele Laterza in residenza artistica

«È er cosiddetto “butterfly effect”. È questo er vero virus che prima t’ammazza n’abitudine e pian piano te sconvolge tutto er sistema». Dal 20 al 26 marzo al TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, l’autore e performer Francesco Michele Laterza sarà in residenza artistica per lavorare al progetto “Il funestissimo anno del topo di metallo bianco” (dal testo “Nun se potremo più passà e canne”, primo classificato al concorso di scrittura teatrale “Prove generali di solitudine” ideato e promosso da Carrozzeria Orfeo, collettivo mantovano in partenariato con il Trac), con il sostegno del polo Trac di Taranto. La residenza si avvale della collaborazione di Claudio Morici (tutor drammaturgico), Catia Caramia (tutor compagnia Crest), Gianni Giacovelli (consulenza videomaker) e Theatron 2.0 (consulenza comunicazione).
«Parmigiane di melanzane che diventano metafore di teorie spirituali, anziane complottiste che urlano filippiche apocalittiche, confessioni disperate e telefoni che fanno le scintille. Uomini che diventano vegani, uomini che perdono il lavoro, uomini che il lavoro non lo hanno mai trovato. Donne innamorate al telefono con il call center dell’Inps, esperti di astrologia cinese (e pure indiana), fumatori incalliti preoccupati dal futuro e cuori solitari devastati dal presente. A partire dal monologo “Nun se potremo più passà e canne” (testo costruito intorno alla parola chiave “contagio” e ispirato alla forma della stand up comedy, vincitore nel 2020 del premio di scrittura “Prove generali di solitudine”, ndr), provo a esplorare ed espandere i confini di un universo animato da personaggi grotteschi e discorsi surreali, parti di un mosaico, o forse un fumetto, che racconti il disagio di aver vissuto l’anno appena passato», annota l’artista pugliese. In fase di processo creativo (non ancora uno spettacolo finito), il progetto non prevede prove aperte con il pubblico al termine della residenza.

Francesco Michele Laterza
Nato nel 1984 a Noci (BA), si laurea nel 2006 in Economia per arti, cultura e comunicazione all’Università Commerciale “Luigi Bocconi” di Milano. Nella sua ricerca esplora la relazione tra corpo e processi di costruzione dell’identità attraverso la sperimentazione di diverse modalità performative. Il suo lavoro si compone di scrittura, performance, teatro, musica e movimento. Studia con Raffaella Giordano nel corso biennale di Nuove Scritture per la danza contemporanea ed è membro fondatore di FamigliaFuchè, collettivo di ricerca artistica sul movimento. Lavora come interprete per DOM-, Teatro Valdoca, Strasse, Inquanto teatro, Silvia Pasello, Luisa Pasello, Floor Robert. Tra le sue sue creazioni, si segnalano “Acquafuocofuochissimo” (2017, progetto vincitore Assemblaggi Provvisori, bando di produzione 2015-17 e del bando di sostegno e promozione Anghiari Dance Hub 2015-16), “Esercizi sullo spazio” (2015-2018, selezionato per il progetto “È il corpo che decide” a cura dell’artista visivo Marcello Maloberti per Furla series#01 al Museo del Novecento), “Baby I’m dreamin’” (2019), “Concerto” (2019).  È operatore di teatro sociale ideando e guidando progetti di creazione per ragazzi, adulti e parkinsoniani.

•••

Il funestissimo anno del topo di metallo bianco

di e con Francesco Michele Laterza
assistente alla regia Regina Del Toro Rodriguez
tutor drammaturgia Claudio Morici
con il supporto di TRAC_Centro di residenza teatrale pugliese

 
TRAC
Acronimo di Teatri di Residenza Artistica Contemporanea, è il primo Centro di residenza teatrale pugliese, un progetto sostenuto dalla Regione Puglia e dal Mibac che coinvolge quattro teatri e uno spazio studio, per accogliere ogni anno artisti e compagnie in cerca di una casa per la loro ricerca artistica: Factory Compagnia Transadriatica e Principio Attivo Teatro – Teatro comunale di Novoli (Lecce); Crest – TaTÀ di Taranto; La luna nel letto/Tra il dire e il fare – Teatro comunale di Ruvo di Puglia e Spazio Artinscena di Castellana Grotte (Bari); Bottega degli Apocrifi – Teatro comunale “Lucio Dalla” di Manfredonia (Foggia).
 

 
crediti immagine: Michela Di Savino