Cantiere Pantaleo

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Al via dal 17 giugno 2025 per iniziativa del Crest, in esecuzione di un bando del Comune
finanziato dal ministero dello Sviluppo economico con fondi ex Ilva

«Cantiere Pantaleo», in città vecchia
riqualificazione culturale partecipata

Intervento di rigenerazione sociale
per lo storico palazzo e il Museo Majorano

 

 

 

Descrizione idea progettuale

Tradizioni popolari e Fede:

Il C.r.e.s.t. non è nuovo ad abitare Palazzo Pantaleo con tante e diverse attività capaci di farlo conoscere a tanti tarantini, grandi e piccini. Rispetto al presente asset, il museo etnografico Maiorano, che ha come tema conduttore la ritualità magico-religiosa nel tarantino, consente di realizzare un percorso di conoscenza e di consapevolezza dell’identità più autentica del territorio, trasversale alla società alta con le sue espressioni religiose colte e alla società bassa con i suoi ex-voto, portafortuna e credenze popolari. La narrazione teatrale è la tecnica espressiva scelta per promuovere ascolto e conoscenza tramite un’affabulazione capace di dare forza e visibilità ai reperti del Museo etnografico, consentendo di narrare storie ricche di riferimenti ora ai popolani ora ai nobili alle prese con le avversità naturali e le guerre che non hanno risparmiato la nostra città. La metodologia dello Storytelling, a cui sarà informato il percorso didattico, risponde all’obiettivo di formare guide turistiche o del museo con competenze particolari nel trasformare la semplice comunicazione di informazioni in comunicazione/relazione empatica tra guida e visitatore, che vivrà emozioni e coinvolgimento duraturi nel tempo.
Il laboratorio di approccio alla narrazione teatrale sarà realizzato a cura di Giovanni Guarino affiancato da 2 animatrici, si articolerà in n. 10 incontri di 150 minuti (25 ore complessive) destinati a n. 12 giovani partecipanti (10/17 anni) per incontro.
Il percorso suggerito dallo specifico asset sarà documentato nelle sue fasi principali da un pannello che con ricchezza di immagini illustrerà gli oggetti per tradizione collegati alla fede popolare (ad esempio: ex-voto, abitini da indossare, santi sotto campana e santini per la preghiera domestica, acquasantiere, modellini dei riti della settimana santa) arricchendo di contenuti e informazioni l’esperienza dei visitatori.
Le attività del laboratorio potranno richiedere solo materiali di consumo e uso della fotografia.

Artigianato ed antichi mestieri:

Taranto deve da sempre ai suoi mari la sua stessa esistenza. L’acqua dolce delle sorgenti, il clima temperato, le coste verdeggianti, la pescosità abbondante, l’industria di lavorazione del bisso e la produzione della porpora in Mar Piccolo ne hanno fatto nell’antichità un luogo generoso e prospero per i residenti. Tuttavia nella Taranto di oggi i mestieri e le attività artigianali legati a pesca e marineria in genere non esercitano alcuna attrattiva su giovani e adolescenti, mentre i vecchi maestri – ù nassàre come il maestro d’ascia – sembrano destinati all’estinzione, determinando la chiusura di un’economia possibile e la perdita di un tassello identitario importante. Di qui un percorso didattico funzionale alla conoscenza e all’approccio ai vecchi mestieri e quindi al recupero della manualità. In considerazione dell’età dei partecipanti, punto di avvio sarà la collezione Maiorano di antichi giocattoli, scolpiti su pietre, lavorati e decorati sull’argilla, fabbricati con il legno, ulteriore elemento identitario presente anche nelle splendide teche del MArTa.
Proponiamo un laboratorio di manualità, di mani che impastano, inchiodano, cuciono sotto la guida dei maestri coadiuvati dalle animatrici; articolato in n. 10 incontri di 150 minuti (25 ore complessive) con il coinvolgimento di n. 12 giovani partecipanti (10/17 anni) per incontro.
Le attività potranno richiedere degli attrezzi specifici che saranno suggeriti dai Maestri per le particolari lavorazioni.
Il pannello che illustrerà il particolare percorso fornirà informazioni sull’uso di attrezzi di lavoro per mare e nei campi, come: la nassa, la zoca e la ruota dello zucaro, i capasoni per conservare e
trasformare uva o olive, la falce, ecc.

Economia circolare:

Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo non sono solo slogan e parole. Sono occasioni da cogliere per far germogliare nuove prospettive di futuro. Per questo nel ciclo di laboratorio abbiamo pensato di coinvolgere esperti e tecnici che da anni lavorano avendo come principio di base del proprio mestiere la circolarità dell’economia: Vincenzo Santoro, Armando Blasi di Artava, la giovane start-up tarantina Wast3D Shells che si pone l’obiettivo di lavorare i gusci dei mitili – materiale di scarto non riciclabile – per ricavarne carbonato di calcio con alte prestazioni chimico-fisiche. L’incontro con questi esperti e la conoscenza della loro esperienza sarà alla base di un laboratorio sul riciclo e riuso creativo di materiali di scarto. Un percorso di didattica attiva da realizzare dentro e fuori il museo, lasciandosi ispirare dalla natura, dove tutto ha un valore e nulla viene sprecato, oltre che dal multiforme materiale (plastica, scatole, legno, vetro, contenitori, ecc.) per la comprensione del valore reale dell’economia circolare. I ragazzi coinvolti nel progetto
potranno riflettere sulle potenzialità dei materiali ed oggetti che gettano ogni giorno nei rifiuti e saranno stimolati alla loro trasformazione creativa, potendo costruire tantissime cose (giocattoli,
meccanismi di reazione a catena, fischietti, ecc.).
Il laboratorio sarà articolato in n. 10 incontri di 150 minuti (25 ore complessive) con il coinvolgimento di n. 12 giovani partecipanti (10/17 anni) per incontro. Le attività si avvarranno di un’attrezzeria minuta (forbici, colle varie, lime, seghetti, ecc.). Il percorso sarà illustrato da un pannello che, coerentemente alla metodologia (Tinkering) messa in campo con i ragazzi, illustrerà quegli oggetti tradizionali già offerti ai turisti come souvenir grazie al riuso creativo, come i gusci delle cozze trasformati in calamite, gli scarti di legno divenuti piccole barche da pesca, conchiglie impreziosite per piccoli gioielli, statuine delle processioni divenute
fiscarule, ecc.

Restauro e funzionalizzazione:

Non è mai troppo presto per parlare del valore del patrimonio culturale e della sua conservazione ai giovanissimi della fascia compresa dai 10 ai 17 anni. Il percorso di “restauro e funzionalizzazione” di Cantiere Pantaleo, intende offrire un’occasione per sviluppare precocemente il senso di familiarità e attaccamento ai beni culturali, mediante la conoscenza dell’ambito insolito – e anche affascinante – in cui operano i restauratori, quali Giovanni e Giuseppe De Giorgio.
Nel corso dei dieci incontri del laboratorio, le attività ispirate alla filosofia dell’imparare facendo, secondo lo stile delle antiche botteghe, si articoleranno in parti teoriche e attività pratiche (restauro di piccoli oggetti in ceramica e/o legno) e avranno il fine di fornire ai giovani partecipanti le conoscenze e gli strumenti utili per considerare i musei, i Palazzi storici, come il Palazzo Pantaleo, secondo una diversa chiave di lettura: non solo bellezze culturali ma contenitori di arte, di memorie, di storie che possono essere trasmesse e conosciute nei secoli prendendosene cura. I tecnici di laboratorio, sempre affiancati da operatori del Crest, proporranno un percorso di didattica attiva da realizzare dentro e fuori il museo, nell’arco delle 25 ore che vedranno coinvolti 12 giovani partecipanti ad ogni incontro. Il pannello relativo al percorso suggerito dall’asset illustrerà i procedimenti di recupero messi in atto per alcuni degli oggetti in mostra, come la “ricucitura” di piatti o capasoni di ceramica rotti, la ritinteggiatura di oggetti in legno, il recupero di personaggi presepiali in cartapesta o in terracotta, ecc.

Società e comunità:

Il percorso didattico proposto allarga lo sguardo intorno a Palazzo Pantaleo, collocato nella zona più a nord dell’Isola, per articolare un cammino lungo via Duomo con arrivo al Duomo di San Cataldo. Tale percorso corrisponde al “pittaggio di San Pietro Imperiale” affacciato sul Mar Grande, il più nobile delle 4 suddivisioni della città vecchia, nate dall’intersezione di Via di Mezzo e Via Nuova. Accoglieva la ricca borghesia, la nobiltà e il clero, distinguendosi come rione benestante, ricco di palazzi sfarzosi e architettura pregiata. Infatti, lungo la camminata si possono incontrare monumenti di grandissimo interesse artistico (ad es. Chiesa e Convento di San Domenico, Museo Diocesano, Palazzo Carducci ed altri) che, invece, restano periferici e affatto conosciuti dalla maggior parte di visitatori. Da qui nasce questo percorso didattico con l’obiettivo di fare conoscere i “pittaggi” e, in particolare, il “pittaggio di san Pietro Imperiale”, a partire dalla scoperta delle storie delle famiglie e degli eventi che hanno abitato quelle strade e quei palazzi. Ci muove il desiderio di far rinascere il “sentirsi comunità” conoscendo e riconoscendosi in fatti e persone, in feste e lutti, stimolati dalla scrittura e dalla narrazione di queste storie. Il percorso didattico svilupperà, nel corso di 10 incontri,
la creazione di un racconto replicabile attraverso la digitalizzazione, grazie all’insegnamento ad opera di “Nasse Animation Studio” di tecniche di animazione digitale. La prima storia touch screen sarà “I violini del Barone Pantaleo” e potrà essere ascoltata e vista in seguito grazie ad un Qr code posto all’ingresso del palazzo. Un primo esempio a cui potrebbero far seguito racconti digitali per i maggiori monumenti e palazzi storici del rione.
Il laboratorio si articolerà in 10 incontri per un totale di 25 ore e coinvolgerà 12 giovani partecipanti ad ogni incontro. I tecnici di Nasse Animation, sempre affiancati da operatori tecnologici che saranno resi disponibili dagli stessi tecnici coinvolti. Il particolare percorso didattico dell’asset sarà illustrato da un pannello che riprodurrà la suddivisione dell’Isola nei pittaggi, ne racconterà con immagini e didascalie i motivi da cui è discesa tale suddivisione e ne illustrerà i relativi simboli Descrizione dell’idea progettuale con riferimento alla realizzazione di percorsi tematici stabili La città vecchia di Taranto, peraltro un’isola, non si riconosce più come comunità, schiacciata dallo spopolamento nella sua gran parte, dallo stato di abbandono ancora tanto tangibile nel degrado prodottosi, è oggi al centro dell’attenzione della più ampia società tarantina, che cerca nuove strade per un diverso sviluppo economico, capace di dare risposte a breve al bisogno di lavoro e di un lavoro sostenibile ed ecocompatibile. Bisogni e aspirazioni comprensibili che rischiano però di riproporre i limiti dell’avanzata di una società materialistica e massificata, oggi frutto del progresso tecnico e del dominio dell’interesse privato. Vorremmo che nella società di oggi diventasse opportuno trovare forme di correlazione tra comunità e società, riscoprendo legami e forme solidali, oltre che perseguire una modernità attenta al territorio e al rispetto della natura. Le azioni relative ai percorsi tematici
proposti hanno un approccio coerente con tale visione, alla quale proviamo a corrispondere nella metodologia dei laboratori e nella scelta dei diversi collaboratori o esperti con i quali condividere il lavoro. Nell’ottica della sperimentazione, a cui fa richiamo l’Avviso esplorativo per proposte progettuali di valorizzazione di Palazzo Pantaleo, e in considerazione di tempi e budget previsti, proponiamo una metodologia che punta ad arrivare a soluzioni innovative e di business solutions senza perdere in consapevolezza del patrimonio culturale materiale e immateriale cui fanno riferimento gli assets indicati. Cogliamo quale fatto oltremodo positivo la richiesta di porsi in atteggiamento di sperimentazione all’avvio di una grande operazione di rinnovamento della vocazione della nostra città da coniugarsi con la ricerca di un ritrovato patrimonio identitario. Con questi primi percorsi didattici – caratterizzati da due fasi di lavoro, quali: a) stimolare la capacità di ascolto per vedere l’invisibile; b) dare corporeità e concretezza al coinvolgimento diretto dei giovani partecipanti per promuovere emozioni e partecipazione – si vuole centrare l’obiettivo di dare alle nuove generazioni forte motivazione alle azioni di valorizzazione di Palazzo Pantaleo e in genere del
patrimonio culturale. Un lavoro che non potrà che svilupparsi lungo un nuovo arco di tempo.

[leggi il progetto in pdf]

Tutti i laboratori si svolgeranno in orario pomeridiano dalle 16.30 alle 19.
Info per le iscrizioni: 333.2694897

 

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