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eventi multidisciplinari per un museo diffuso
un progetto triennale Crest e Tra il dire il fare in ATS

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
martedì 18 settembre 2018, ore 18.30 | chiesa di Sant’Andrea degli Armeni, piazza Monteoliveto
Balter
PORTE APERTE

mostra a cura di Aminta Pierri | voci a confronto Daniele Giancane, Francesco Zigrino, Andrea Indellicati
  

 
 

Attraverso materiale storico d’archivio e installazioni audio-video torna visitabile, sebbene solo in parte, la mostra “Eppure… giocano”, un progetto del Teatro degli Audaci realizzato nel 1983 nelle scuole elementari della città vecchia di Taranto con gli insegnanti Amelia Di Monaco Pierri e Riccardo Corrado e la collaborazione del gruppo fotografico Il Contrasto.
“Porte aperte” è una filastrocca ed è o forse era un gioco di passaggi e scambi tra strade libere e ostacoli da superare. In questa giostra gli archi di volta dell’isola immaginata dai bambini di tanti anni fa diventano le chiavi di volta per un’immaginazione attuale, snodi e aperture dei vicoli e delle vie ovvero delle storie e delle vite che qui vi passano e vi passavano. Luoghi reali e desiderati nei quali si giocava nonostante il resto, nei quali si gioca ancora oggi nonostante tutto.
Da queste aperture la mostra, piccolo estratto di quella che fu “Eppure… giocano” nel 1983, spera di passare e ricordare le esperienze e i sogni del passato affinché possano farsi punto di nuove partenze.

fino al 24 settembre, tutti i giorni compresi i festivi, con orario 10-13 e 17-19.30
ingresso libero

 
Aminta Pierri
Fotografa. Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Bari con una tesi in fotografia e filosofia dell’immaginazione, diploma alla Scuola Romana di Fotografia e master in storytelling alla Luz Agenzy di Milano. Si dedica in particolare alla ricerca introspettiva ed emozionale. Il progetto “Nessuna elegia”, menzione d’onore al Perugia Social Photo Fest (2014), è esposto a Latina, Spazio Comel (2013) e AUS + Gallerie (2014). Il dummy “L’unghia del leone”, pubblicato da Witty Kiwi (2014) e in seconda edizione da Witty Kiwi – Balter (2016), è esposto al photobook La Pelanda a Macro Testaccio (2012) e al Bitume PhotoFest a Gallipoli (2015). Inserita nel circuito Nesxt- Independent Art Festival, la mostra “I’d like to go by climbing a birch tree” è ospitata dal Jest di Torino (2017) e pubblicata su Der Greif #8. È fondatrice della Balter, casa editrice fotografica indipendente, ubicata in un trullo della Valle d’Itria, in contrada Finimondo.
 

 


 

venerdì 21 settembre 2018, ore 21 | sagrato del santuario della Madonna della Salute, piazza Monteoliveto
IP produzioni impertinenti
ILIADE ovvero siamo tutti figli di Troia

di e con Giuseppe Ciciriello e con Piero Santoro (fisarmonica) | scene e costumi Lisa Serio | in coproduzione Carticù Aps / Concentrico Festival di teatro all’aperto | durata 60 min
 

 
Dalla notte dei tempi l’uomo racconta e ascolta storie. Ed è proprio raccontando e immaginando che struttura il suo sapere e la sua coscienza. La narrazione degli ultimi 51 giorni che precedettero la caduta di Troia quando achei e troiani si scontrarono sotto le mura della città in una guerra sanguinosa. Secondo il mito i principi dell’Ellade, guidati da Agamennone, re di Micene, arrivarono sulle sponde di Tracia per riprendersi la bella Elena e, dopo aver assediato per nove anni Ilio, la distrussero dandola alle fiamme. Una guerra lontana e antica che ancora vive dopo millenni nel nostro immaginario come archetipo di tutte le guerre. Una storia prepotente che sembra ripetersi nel tempo, inesauribile e insensata, senza memoria di sé.

ingresso libero

 
Giuseppe Ciciriello
Attore, autore e musicista, si forma a Bologna, dove dal 1998 frequenta i corsi di violino e musica d’insieme alla scuola popolare di musica “Ivan Illich” e i laboratori e i seminari attoriali curati dal DAMS dell’ateneo felsineo. Nel 2000 crea la Compagnia della Pietra che canta, gruppo itinerante di musici e cantastorie. Nel 2003 incontra Carlo Formigoni, punto di riferimento per il teatro didattico e il teatro brechtiano in Italia, e partecipa a numerose produzioni del Teatro dell’Altopiano. Collabora con il Teatro delle Forche e Armamaxa teatro. L’etichetta IP produzioni impertinenti prende forma nel 2017 dalla realtà teatrale Archelia, fondata nel 2007. È al quarto progetto condiviso con Piero Santoro: “Storie di Zhoran” (2013), “Peppino e il tesoro dei briganti” (2015, vincitore dell’Earthink Festival 2016), “Pirati” (2016) e “Iliade” (2018).
 
Piero Santoro
Eclettico e virtuosistico fisarmonicista, studia musica prima come autodidatta poi al Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce nel corso di musica popolare. Il suo repertorio spazia dal folk, al rock, allo ska, al balcanico, all’improvvisazione. Fisarmonicista dei Folkabbestia e dell’Orchestra Mancina, collabora con diversi progetti artistici e musicali. Incontra il teatro nel 2003 con lo spettacolo “Il grande racconto” di Bruno Stori, diretto da Robert McNeer e prodotto da Casarmonica, associazione culturale di cui è cofondatore.
 

 


 

giovedì 27 settembre 2018, ore 18 | chiostro del Convento di San Michele (Istituto Musicale “Paisiello”), via Duomo 276
Crest
LA CITTÀ SOSPESA

installazione a cura di Paolo Baroni e Marco Guarrera | esito del laboratorio di drammaturgia dello spazio | in collaborazione con Istituto di Istruzione Superiore “Vincenzo Calò” e Istituto Superiore di Studi Musicali “Giovanni Paisiello”

 
 

Sviluppatosi negli spazi teatrali del TaTÀ, con la partecipazione anche di studenti dell’indirizzo Arti figurative della sede di Taranto del liceo artistico “Calò”, nell’ambito di un progetto di alternanza scuola-lavoro, il laboratorio è stato finalizzato allo sviluppo di un progetto collettivo sul tema “portiamo il museo fuori, nella città”, alla costruzione di una “macchina scenografica interattiva”, utilizzando per lo più materiali di recupero, e all’installazione della “macchina” in un luogo d’arte e di testimonianze culturali dell’antica isola tarantina.
Su di uno specchio posto al centro del chiostro è riflessa un’isola sospesa nel vuoto, che come una nuvola a forma dell’antica isola tarantina mostra l’olimpo. Un mondo ultraterreno legato alla cultura greca. Sotto le arcate un timone e quattro corde che, movimentate dai visitatori, fanno calare la nuvola dell’olimpo che si trasforma nell’isola di una città moderna, una città che scopre le proprie meraviglie nascoste e che nella “macchina scenografica interattiva” vengono rimandate dallo specchio. Intorno i tentacoli di un Nautilus, un enorme polpo decorato a mosaico riutilizzando ceramiche di vari colori.

fino al 7 ottobre, tutti i giorni compresi i festivi, con orario 10-13 e 17-19.30
ingresso libero

 
Paolo Baroni
Lavora da oltre quarant’anni nel teatro con esperienze che vanno dall’opera lirica ai burattini, dalla danza al teatro di prosa, dalle sfilate di moda alle performance, tutte esperienze intervallate da laboratori altrettanto variegati (minori a rischio, ragazzi con autismo, anziani, bambini di scuola d’infanzia, giovani europei… dallo sviluppo tipico all’atipico). È stato direttore tecnico del Festival di Santarcangelo, della compagnia Societas Raffaello Sanzio di Cesena e di altre realtà italiane del mondo dell’arte (La Fenice di Venezia, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro alla Scala). Tiene laboratori e corsi di formazione di scenografia e illuminotecnica in tutta Italia.
 
Marco Guarrera
Si forma all’Istituto Statale d’Arte Gagini di Siracusa, poi all’Accademia di Belle Arti di Catania nel ramo scenografia e continua all’interno del Teatro Valle Occupato, dove approfondisce l’illuminotecnica teatrale. Ha lavorato per la Fondazione Arena di Verona e progettato e realizzato scenografie ed effetti speciali col gruppo tecnico/artistico del Teatro Valle Occupato. Attualmente è impegnato sia nel campo dell’illuminotecnica che della scenografia teatrale con diverse collaborazioni all’attivo su Roma e il territorio nazionale. Contemporaneamente porta avanti un progetto artistico legato ad una forma sperimentale di teatro d’ombre con la compagnia “Malombra” da lui fondata.
 

 


 
giovedì 27 settembre 2018, ore 20.30 | chiostro dell’ex Convento di San Francesco (Università degli Studi), via Duomo 259

Salvatore Marci
LA DISPUTA

reading dal libro XIII delle “Metamorfosi” di Publio Ovidio Nasone | durata 25 min
 

 

Definito da molti una “enciclopedia della mitologia classica”, questo poema epico-mitologico (Metamorphoseon libri XV) raccoglie e rielabora in 11.995 versi più di 250 miti greci. Di Ulisse si parla nell’episodio della contesa dell’armatura di Achille. Aiace pretende l’armatura per sé, dicendo che servirebbe molto di più ad un uomo come lui che sa combattere piuttosto che ad un uomo come Ulisse che sa usar bene solo la lingua e l’intelligenza per sopravvivere. Dal canto suo, Ulisse, in un discorso retoricamente perfetto ricostruito per intero da Ovidio, riesce a far passare Aiace come uomo di soli muscoli e di poco cervello e, non di meno, ad attribuirsi non pochi meriti dei successi ottenuti durante la guerra di Troia. La contesa è vinta da Ulisse e Aiace, non sopportando l’offesa ricevuta, si toglie la vita.

 a seguire

Crest
ULISSE. PRIMO PASSO

esito del laboratorio teatrale condotto da Salvatore Marci | durata 40 min

 
 
 
 

Ulisse è sicuramente un personaggio interessante, ma anche decisamente interessato, interessato ad alimentare continuamente la sua gloria, nel bene e nel male, che ci volete fare… Noi ne abbiamo preso atto e dopo una settimana di laboratorio ad analizzarne vizi privati e pubbliche virtù ci siamo affidati ad Omero e alla sua musa Amanda Lear per raccontarlo con rigore e libertà. Una libertà inevitabilmente necessaria visto che il personaggio risultava continuamente sfuggente e sempre fuori casa.

ingresso 5 euro

 
Salvatore Marci
Autore, attore, regista e pedagogo teatrale. Si forma in diversi ambiti che spaziano dalla mediazione teatrale con Giorgio Testa alla storia della musica contemporanea con Giacomo Manzoni, dalla drammaturgia contemporanea con la dramaturg Caroline Jester e gli autori teatrali Gurpreet Kaur Bathtti e Steve Waters alla formazione e improvvisazione vocale con Giovannangelo de Gennaro, dal training teatrale con il Teatro Valdoca a progetti formativi per l’amalgama degli operatori del settore penitenziario con il Ministero di Grazia e Giustizia. Scrive, dirige e interpreta gli spettacoli “Riccardo ama Riccardo” (1999), “Sancio e Chiscio” (2000), “Malombre… quasi Amleto” (2001), “Elektra” (2002), “Cirano Lonely Hearts Club Band” (2007), “Millenovecentotredici. La cantata degli ombrelli” (2007), “CaligoLab” (2010), “Pazzo Van Gogh – l’incantesimo di Artaud” (2011), “Sette opere di misericordia e mezzo” (2014) e “Una disperata vitalità – sconcerto breve in forma di reading in memoria di Pier Paolo Pasolini” (2015). Recita per le compagnie Kismet, Casa dei doganieri, Maccabeteatro, Crest, Reggimento Carri, La luna nel letto, Bottega degli Apocrifi e per i registi Simona Gonella, Enzo Toma, Lello Tedeschi, Roberto Corradino, Michelangelo Campanale e Cosimo Severo. Svolge una intensa attività pedagogica tenendo laboratori teatrali presso teatri, associazioni, cooperative sociali, comuni, carceri, università, scuole di ogni ordine e grado.
 

 


 

venerdì 5 ottobre 2018, ore 21 | sala conferenze dell’ex Convento di San Francesco (Università degli Studi), via Duomo 259
Armamaxa teatro / Paginebianche
ICARO CADUTO

di e con Gaetano Colella | regia Enrico Messina | costume Lisa Serio | disegno luci Loredana Oddone | cura del suono Raffaele Bassetti | datore luci e audio Francesco Dignitoso | durata 70 min

 
 

Rinchiuso con il padre nel labirinto di Creta, Icaro fugge, volando con le ali che il padre Dedalo aveva adattato con la cera ai loro due corpi. Ma, avvicinatosi troppo al sole, la cera si scioglie e Icaro cade nel mare profondo… Però non muore. Tornato a galla privo di sensi, un pescatore lo raccoglie e lo porta a casa sua. Qui cresce, in una famiglia pugliese che lo osserva, lo nutre, lo accudisce. Intorno a lui pullula un villaggio di gente curiosa di vedere da vicino com’è fatto un angelo del cielo. Alcuni ci vanno per chiedere una grazia, altri per pura curiosità, altri ancora fanno la fila alla sua porta per osservare da vicino la sua deformità. Quando finalmente riapre gli occhi e parla, nel giubilo generale, nessuno si accorge della rabbia che cova in petto. Che fine ha fatto sua madre, che ogni giorno si recava alle porte del labirinto per gridare il suo nome e pregava Minosse che gli restituisse il figlio? Dov’è adesso suo padre, il geniale Dedalo che da sempre ha preferito dedicarsi alle sue invenzioni invece che a suo figlio?

ingresso 5 euro

 
Gaetano Colella
Attore, drammaturgo e regista, si forma nella compagnia de Le Belle Bandiere con Elena Bucci e Marco Sgrosso, con i quali è vivo un sodalizio da oltre quindici anni. Riferimenti importanti per la sua crescita artistica sono Valter Malosti, Claudio Morganti, Emma Dante, Maurizio Viani e, più di recente, Mimmo Borrelli, drammaturgo di primo piano della scena contemporanea, che l’ha diretto nello spettacolo “La Cupa” (2018). Vince il Premio Scenario 2005 con “Il deficiente” e il bando nazionale Storie di Lavoro 2015 con “Capatosta” (2014), dedicato alla “questione Ilva”, spettacoli entrambi prodotti dal Crest. È finalista al Premio Scenario 2001 con “Passionae” (2001) e al Premio ExtraCandoni 2007 con “La coda di Dio” (2006). Scrive la sit-com radiofonica “Cagnara nel colle” (2007, con Gianfranco Berardi) per Rai Radio2 e il radiodramma “Esodo” (2014) per Rai Radio3. È autore del libro “Capatosta e altre storie” (2016), trittico d’u malesanghe. (“Capatosta”, “Esodo” e l’inedito “Marevomito”) pubblicato da Edit@ per la collana “I chicchi del melograno”. Dal 2001 al 2007 è direttore artistico e presidente del Lindbergh Teatro, gestendo dal 2005 al 2008 il Teatro comunale di Crispiano. Dal 2010 al 2017 condivide (con Clara Cottino) la direzione artistica del Crest. Vince (con Andrea Simonetti) il ​Premio Solinas (sezione Experimenta Serie) 2018 con il progetto “Up&Down”, un’idea di serie tivù in due stagioni. Partecipa a diverse fiction tv (Rai e Mediaset) e cortometraggi.
 

 


 
mercoledì 3 ottobre 2018, ore 21 | chiostro del Convento di San Michele (Istituto Musicale Paisiello), via Duomo 276
Crest
SERATA CALVINO

di e con Giovanni Guarino | narrazioni teatrali tratte dalla raccolta “Le città invisibili” e dall’antologia “Fiabe italiane” di Italo Calvino | in collaborazione con Istituto Superiore di Studi Musicali “Giovanni Paisiello” | durata 60 min

 
 

Pubblicato per Einaudi nel 1972, l’opera “Le città invisibili” di Calvino è un diario di viaggio alla ricerca di più identità, reali oppure virtuali, desiderate oppure temute. Clarice, Aglaura, Moriana, Zemrude, Tecla… cinque città invisibili, cinque storie che sembra condividano l’anima e il corpo della vecchia isola di Taranto, richiamando nelle forme dei suoi palazzi, negli odori delle sue case, nei miraggi delle sue strade quel sentimento di muta fascinazione, di esplorazione sospesa che percorre le pagine di Calvino. Città sospese, puzzle incompleti, in cui l’ammirazione per quello che c’è si scontra con la forte percezione di ciò che manca, di ciò che sarebbe potuto essere e non è. La vecchia isola e il sogno di vederla, goderla nella sua interezza fatta di palazzi e di storia, di arte e di persone, nell’armonia di un equilibrio ritrovato.

La numero 132 dei duecento cunti popolari dell’antologia “Fiabe italiane” curata da Italo Calvino per la collana “I millenni“ di Einaudi nel 1956, “La sposa sirena” prende le mosse dai personaggi del racconto “La Monacella – La storia di Skiuma”, fiaba popolare di area tarantina della seconda metà del ‘700. Attraverso la magia del cunto, il racconto testimonia il desiderio di accostarsi all’elemento naturale su cui si adagia Taranto: il mare, per scandagliare un immaginario così saldamente e profondamente radicato alle radici popolari. Il mare come ispiratore di sogni e progetti, luogo di lavoro e di piacere, di fatica e di ozio, ma per l’infelice coppia di innamorati del racconto prescelto, il mare è anche luogo di tristezza, dolore, nonché rifugio nel meraviglioso e casa del fantastico.

ingresso 5 euro

 
Giovanni Guarino
Attore e operatore culturale, socio e vicepresidente della cooperativa Crest, è il responsabile del settore progettazione e animazione del territorio, con particolare attenzione alle utenze cosiddette deboli (infanzia, minori a rischio, anziani, detenuti, migranti). Dal 1985 avvia una formazione sulla narrazione teatrale che si nutre nel tempo della complicità e dell’incontro con maestri quali Marco Baliani, Mimmo Cuticchio, Roberto Anglisani, maturando negli anni come narratore una ricerca originale intorno alla cultura e alle tradizioni di Taranto. Le sue storie si stagliano come quadri d’autore sull’affresco della Storia. Non racconta della Città, ma, di più, ne è la voce. Così, Taranto parla e si rivela attraverso di lui. Dal 2012 cura il laboratorio urbano del Crest, denominato “I neri per strada”, che vuole essere un luogo di partecipazione attiva, con regole di comportamento e di gestione, di sviluppo della fantasia, in grado di contaminare costruttivamente le giovani generazioni verso nuovi possibili modelli di vita consapevole e sostenibile.
 

 

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Heroes 2018 > prologo

biglietto unico 5 euro

mostra “Porte aperte”, narrazione “Iliade” e installazione “La città sospesa” ad ingresso libero

info e prenotazioni 099.4725780 – 3663473430

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“Heroes” è un progetto triennale 2017_19 del Crest, in ATS con l’associazione culturale “Tra il dire e il fare” (Ruvo di Puglia, BA),
in ordine all’avviso pubblico per iniziative progettuali riguardanti lo spettacolo dal vivo e le residenze artistiche
– Patto per la Puglia – FSC 2014/2020 – Area di intervento “Turismo, cultura e valorizzazione delle risorse naturali”
 

 

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