Heroes, il progetto

«Con lo sguardo rivolto contemporaneamente avanti e indietro», per dirla con Petrarca. Presentato, stamani alla Libreria Laterza di Bari, “Heroes”, progetto artistico triennale 2017/19 di Crest e “Tra il dire e il fare” in ATS, con interventi di Clara Cottino e Giovanni Guarino (presidente e vice della cooperativa teatrale tarantina) e Michelangelo Campanale (presidente dell’associazione culturale di Ruvo di Puglia). In sala anche Aldo Patruno, direttore del dipartimento turismo, economia della cultura e valorizzazione del territorio della Regione Puglia, Giulia Dellisanti, dirigente delle attività teatrali del Teatro Pubblico Pugliese, e la “padrona di casa” Maria Laterza.
La partecipazione in ATS, acronimo di Associazione Temporanea di Scopo, delle due imprese costituisce un unicum regionale, dal momento che due realtà – dislocate  su territori differenti e non adiacenti –  lavorano per un progetto culturale unitario per rafforzarne la capacità produttiva, le potenzialità rispetto alla distribuzione, alla formazione, alle attività legate ai rispettivi attrattori, con azioni coerenti ad una mission comune: liberare le periferie da una connotazione secondaria nel panorama regionale e nazionale, ponendosi come modello innovativo di politiche culturali sostenibili nel lungo periodo.
Infatti, l’ATS condivide l’appartenenza a “territori marginali” nel contesto regionale e nazionale: Taranto vive sotto lo scacco perenne dell’Ilva; Ruvo di Puglia sconta una posizione periferica nell’area metropolitana di Bari e nel Parco nazionale dell’Alta Murgia. A fronte di questo, entrambe le città custodiscono un patrimonio storico-archeologico di notevole rilievo, unico nel panorama italiano, museo diffuso che ci racconta di un passato ricco ed importante: esempio non marginale è il passaggio della via Appia e della via Traiana nelle due città, testimonianza di una centralità economica e culturale nel periodo magnogreco e romano.  Un passato che attraverso il MArTA di Taranto e il Museo Jatta di Ruvo di Puglia, il parco archeologico tarantino, il Parco nazionale dell’Alta Murgia, i centri storici ricchi di attrattori storico-artistici, potrebbe rivivere riconnettendosi alla non temporaneità, ritessendo quel filo con le nuove identità, che nel mare magnum della globalizzazione e del digitale sembra quasi scomparire.
«Avviamo già in fase di prologo una riflessione sui legami che connettono tra loro tanto epoche quanto individui, in un incessante passaggio del testimone da padri a figli, da maestri ad allievi, dal passato al futuro, affinché l’importante  patrimonio storico-archeologico diventi un capitale da far fruttare e non già un patrimonio inerte da custodire; una tradizione in cui riconoscersi e non un canone cui adeguarsi per sovrapporre strategie di brand e marketing; un valore da vivere e conquistare e non un feticcio da omaggiare. Intendiamo farlo soprattutto con il teatro, che, nel suo etimo “theaomai”, ricorda come il guardare degli antichi spettatori greci non fosse una visione passiva, ma uno strumento di riflessione e un momento attivo della vita della comunità civile. È questo tipo di sguardo che intendiamo recuperare attraverso le azioni del nostro progetto: prossimità e distanza, tradizione e innovazione per rendere visibili non solo le discontinuità ma anche gli elementi di connessione fra l’eredità culturale del passato e la ricerca contemporanea», dalla scheda del progetto.