L’universo è un materasso | La scena dei ragazzi

Il racconto di Crono, titano del Tempo. Mercoledì 18 e giovedì 19 aprile, alle ore 10.30 al TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, va in scena “L’universo è un materasso (e le stelle un lenzuolo)” di Francesco Niccolini, diretto e interpretato da Flavio Albanese, collaborazione artistica e luci Marinella Anaclerio, scena Marco Rossi e Paolo Di Benedetto, consulenza scientifica Marco Giliberti, consulenza musicale Roberto Salah-addin ReDavid, assistente alla regia Vincenzo Lesci, produzione Compagnia del Sole (Bari), per “La scena dei ragazzi”, la rassegna destinata alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I grado, promossa da Comune di Taranto e Teatro Pubblico Pugliese, in collaborazione con Crest. Durata 60 minuti. Lo spettacolo sarà replicato venerdì 20 aprile, sempre alle ore 10.30 al TaTÀ, per “Scena futura”, progetto del Crest riservato agli studenti degli Istituti superiori di Taranto e provincia. Info: ufficio scuola Crest, tel. 099.4725780 (int. 3).
Questo è il grande racconto del Tempo. È diviso in quattro capitoli. Il primo racconta il tempo in cui il Tempo non esisteva ancora: l’origine del tutto attraverso il mito, in particolare la teogonia di Esiodo. Il secondo capitolo descrive il tempo in cui la realtà era ciò che il buon senso e l’occhio umano potevano cogliere e comprendere: al mattino il Sole nasce a est, la sera tramonta a ovest, dunque il Sole gira intorno alla Terra: il tempo di Aristotele e Tolomeo. Il terzo capitolo è la rivoluzione copernicana, in cui l’uomo scopre che la realtà non è quella che sembra. Ovvero: il Sole è il centro del mondo e la Terra immobile non è. L’ultimo capitolo è il più ambizioso e difficile: riguarda il Novecento, da Einstein ai Quanti, l’epoca in cui l’uomo ha cominciato a comprendere che non solo le cose non sono come sembrano, ma probabilmente tutto – come in teatro – è solo illusione: il tempo prima si è fatto una variabile relativa e poi è scomparso dalle leggi della fisica, lo spazio vuoto non esiste, le particelle di materia sono imprevedibili e non sono mai dove dovrebbero essere. Noi compresi, ovviamente. Tutto questo raccontato con occhi pieni di meraviglia (e anche un po’ di spavento) da un protagonista diretto di tutta la storia: il Tempo in persona, Crono, prima imperatore dell’Universo e poi, dopo essere stato sconfitto dal figlio Zeus, sempre più in disparte. Fino a sparire.

BIOGRAFIA

Flavio Albanese
Attore e regista, diplomato alla Scuola di Teatro diretta da Giorgio Strehler a Milano e al Laboratorio triennale per pedagoghi, registi e attori diretto da Jurij Alschitz. Dal 1994 dirige laboratori di teatro e commedia dell’arte in Italia e all’estero (Germania, Polonia, Svezia e Ungheria). Dal 1986 a oggi ha messo in scena come attore, regista e curatore di traduzioni e adattamenti, testi di autori classici e contemporanei: Virgilio, Moliere (tra cui Il Tartufo con Toni Servillo), Kane, Goldoni (Il bugiardo, Il servitore di due padroni, La locandiera, Gli Innamorati, Un curioso accidente), Shakespeare, Sherman, Alvaro, De Bei, Beckett, Eliot, Maraini, Goethe (Faust I, regia Giorgio Strehler), Orwell, Rodari, Aristofane, Williams, Lorca, Wojtyla, (La bottega dell’orefice). Nel 2010, tra Roma e Bari, dà vita con Marinella Anaclerio, Pino Pipoli e Alberto Bellandi alla Compagnia del Sole.

photo © Virginia Bettoja