Vassilissa e la Babaracca

Vassilissa e la Babaracca [ph Simone Sanchioni] 01Il rischio più grande. Per “favole&TAmburi”, la rassegna del Crest per tutta la famiglia, domenica 19 febbraio, alle ore 18 al TaTÀ di Taranto, in via Grazia Deledda ai Tamburi, va in scena Vassilissa e la Babaracca, regia Raffaella Giancipoli, con Bruno Soriato e Annabella Tedone, disegno luci Tea Primiterra, scene Bruno Soriato, musiche originali Mirko Lodedo e Francesco Bellanova – Casarmonica Edizioni, costumi Raffaella Giancipoli, tecnico di scena Angelo Piccinni, produzione Kuziba Teatro. Biglietto unico 6 euro. Dalle ore 17, lo staff dello Junior TaTÀ sarà ad attendere il giovane pubblico, coinvolgendolo, gratuitamente, in “Aspettando… gioco”, una festosa e qualificata animazione ludica. Info: 099.4707948.

Vassilissa è una bambina abituata a dire sempre sì pur di essere amata. È una bambina brava e ubbidiente, la figlia perfetta che qualunque genitore vorrebbe: non si oppone, non protesta, non fa nulla di diverso da quello che gli viene chiesto. Custodisce una bambolina che la mamma le ha regalato prima di morire. Quando il suo papà si risposa e parte per il lavoro, Vassilissa si ritrova a vivere con la matrigna, che la manda nel bosco a cercare il fuoco dalla Baba Jaga, una vecchia strega che vive arroccata nella Babaracca. Vassilissa ha paura della Baba Jaga, ma ha la sua bambolina e affronta con fiducia l’incarico della matrigna ed il viaggio nel bosco. Ed è proprio nel bosco e nel rapporto con la vecchia strega che Vassilissa scoprirà che non è così terribile dire ciò che si pensa per davvero, correndo il rischio di non essere accettati. Scopre che il sì ha senso perché c’è il no, che si può essere amati anche quando non si è d’accordo.
A partire dalle tematiche principali di una fiaba della grande tradizione russa, “Vassilissa la bella” (Vasilisa prekrasnaja) di Aleksandr Nikolaevic Afanas’ev, questa versione della storia pone l’accento soprattutto sul percorso di definizione dell’identità, sul bisogno del bambino di essere accettato e sul tema dell’iper-responsabilizzazione dei bambini spesso trasformati in genitori dei loro genitori.

Nata nel 2010 dall’incontro di Annabella Tedone, Raffaella Giancipoli e Bruno Soriato, la compagnia Kuziba Teatro si costituisce a Ruvo di Puglia (Bari) nel 2011, vincendo il Bando Principi Attivi della Regione Puglia. Accanto alla produzione di spettacoli, la compagnia si dedica in questi anni al percorso “Il teatro che non c’è”: una continua ricerca delle condizioni per dare vita ad azioni teatrali partecipate, scegliendo e trasformando luoghi dove sia possibile incontrare persone e sperimentare insieme la potenza di un piccolo cambiamento. Nel percorso sono nati e continuano a germogliare diversi progetti, ognuno dei quali parte da laboratori specifici aperti alla popolazione e culmina in un evento spettacolare partecipato, che è insieme festa e saluto. 

photo © Simone Sanchioni