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progetto triennale 2017-19 di Crest e Tra il dire il fare in ATS
18 ottobre 2017, ore 20 | Auditorium TaTÀ
OGNI VOLTA CHE SI RACCONTA UNA STORIA
con Marco Baliani | reading di letture tratte dal suo ultimo libro (Laterza, 2017)
«Ogni volta che si racconta una storia, la memoria delle cose narrate si allaccia a sostanze invisibili che abitano in posti molto lontani nel tempo. Ogni volta che si racconta una storia, rivive un’antica esperienza e trova spazio dentro di noi. Torniamo nelle grotte delle origini, quando qualcuno cominciò a danzare una storia davanti al fuoco, dando così all’effimero esistere della specie umana il senso della durata in grado di sfidare il tempo del puro vivere animale. Col tempo ho capito che le storie sono proprio come la vita, non è mai come t’aspetti che sia. Anche le storie prendono scorciatoie imprevedibili, sfuggono, si slabbrano, proprio come la voce che le dice e che subito si perde nell’aria».
Attraverso un dipanarsi di letture, di narrazioni, ricordi, riflessioni, Marco Baliani offre una mappa di esperienze fondate sull’oralità, su quella particolare forma di comunicazione che è la voce del narratore.
Marco Baliani
Attore, autore e regista. Con lo spettacolo “Kohlhaas” del 1989 dà vita al teatro di narrazione. Figura eclettica e complessa del teatro italiano contemporaneo, ha sperimentato drammaturgie corali creando spettacoli-evento per molti attori, come “Come gocce di una fiumana” (premio IDI per la regia) e “Antigone delle città”, spettacolo di impegno civile sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980, o ancora dirigendo progetti come “I Porti del Mediterraneo” con attori provenienti da diversi paesi dell’area mediterranea. Per il cinema è stato diretto da registi quali Francesca Archibugi, Roberto Andò, Saverio Costanzo, Cristina Comencini e Mario Martone. Come scrittore ha pubblicato romanzi, racconti e saggi. Tra i lavori più recenti, la regia e la scrittura del testo per lo spettacolo “Decamerone. Vizi virtù passioni” e “Giocando con Orlando” (anche interprete) con Stefano Accorsi. Come attore e autore, insieme a Maria Maglietta, ha realizzato “Identità” e “Trincea” (premio Enriquez 2016 come miglior attore). Negli ultimi anni ha firmato come autore librettista e regista le opere liriche contemporanee “Il sogno di una cosa” e “Corpi eretici”, su musiche di Mauro Montalbetti. Lo scorso maggio ha curato regia e adattamento di “Sette contro Tebe” per il Teatro Greco di Siracusa.
20 ottobre 2017, ore 21 | Palazzo Pantaleo (Isola)
Teatri di Bari
ODISSEA
con Teresa Ludovico | reading di letture tratte da “Odissea. Il viaggio del poeta con Ulisse” di Tonino Guerra (Bracciali, 2007) | musiche originali dal vivo Alessandro Pipino
A 87 anni il poeta di “Amarcord”, Tonino Guerra, ha riscritto il capolavoro di Omero con un estro e una musicalità straordinaria. Otto canti in cui si naviga tra le pagine dedicate a Polifemo, il canto di Circe, quello delle Sirene o di Penelope.
«Su quella barca, con Ulisse, ci sono anch’io. L’Odissea è uno dei libri fondamentali che sta nella mia memoria anche se in fondo tutti i miei libri sono stati dei racconti di viaggio. Con questo ultimo lavoro ho scelto di indossare i panni di un Ulisse pieno di debolezze, umanamente fragile, che rimane incantato per il canto degli uccelli o quello della pioggia. Penso che Odissea sia un’opera molto indicata per i giovani che oggi non hanno più ideali, sono distratti dalla modernità che sta cancellando la fantasia. Io ho cercato di riavvicinarli all’immaginazione evocando e ritrovando la forza di un’antica curiosità, perché la fantasia è legata alla memoria del passato. Il rispetto per il passato è essenziale».
Teresa Ludovico
Nata a Gioia del Colle, regista e autrice, dopo la laurea, ha compiuto un lungo percorso artistico sotto la guida di diversi maestri, in Italia e all’estero. Ha collaborato con i Cantieri Teatrali Koreja di Lecce in qualità di attrice. È stata assistente alla regia di Marco Martinelli e attrice in alcuni suoi spettacoli. Nel 1995 si avvicina al teatro musicale con “Medea”, opera senza canto del compositore Giovanni Tamborrino. Nel 1993 entra a far parte del Teatro Kismet OperA di Bari: dal 1998 è regista stabile (“Bella e Bestia”, premio Eti Stregagatto 2002), dal 2011 al 2014 direttore artistico. Realizza due produzioni per il Repertory Theatre di Birmingham (“I Was aRrat!” e “The Big Firendly Giant”) e collabora con il Setagaya Public Theatre di Tokyo (“Yuki no Joou” e “Ningyohime”) e lo Za Koenji Public Theatre di Tokyo (“Tabi to Aitsu to Ohimesama”, premio Jido Fukushi Bunka Sho 2012 come migliore opera per le nuove generazioni, e “Pinocchio”). Dal 2015 è condirettrice artistica dei Teatri di Bari.
Alessandro Pipino
Nato a Bari, è compositore, arrangiatore e polistrumentista. Nel 1994 entra a far parte degli Al Darawish e dal 1997 aderisce al progetto Radiodervish, partecipando in tutte le produzioni discografiche del gruppo (undici album dal 1998 al 2015). Ha all’attivo numerosi concerti su palchi importanti come quello del Concerto del Primo Maggio a Roma, del Teatro dell’Olympia di Parigi, del Folkest di Spilimbergo, de La Notte della Taranta di Melpignano, dell’SO36 di Berlino, del Premio Tenco di Sanremo, del Premio Ciampi di Livorno, del PalaMazda di Milano e tanti altri. Nel 1999 incontra l’organetto, suo strumento principale nei gruppi L’Escargot e Naracàuli. Tra le personalità più interessanti sulla scena dei giovani organettisti italiani, unisce una musicalità innata e un grande senso della forma e della frase melodica a una interessante ricerca timbrica denotata da una sapiente capacità di arrangiamento.
24 ottobre 2017, ore 21 | ex convento di San Francesco (Isola)
ILIADE
con Massimo Wertmuller e Anna Ferruzzo | reading di letture tratte dal libro “Omero, Iliade” di Alessandro Baricco (Feltrinelli, 2004) | musiche originali dal vivo Pino Cangialosi
Una lettura scenica dell’Iliade di Omero in cui i personaggi sono chiamati in scena a raccontare, con voce vicinissima alla nostra, la loro storia di passioni e di sangue, la loro grande guerra, la loro grande avventura, mentre gli Dei sono lasciati sullo sfondo.
Dalla rilettura del poema omerico di Alessandro Baricco (con la consulenza della traduttrice Maria Grazia Ciani), un reading in prosa fluida, elegante e senza ridondanze, capace di conservare integro il fascino dell’antico e il cui adattamento teatrale privilegia una sequenza di personaggi capaci di regalare un ritmo incalzante alla narrazione.
La soggettiva evocativa e potente dei grandi personaggi omerici che narrano in prima persona le vicende dell’Iliade vede protagonisti uomini e donne con le loro debolezze, le loro forze, i loro sentimenti e le loro paure che, in un testo che appare come un monumento alla guerra, rivelano invece una grande inclinazione alla pace.
Massimo Wertmuller
Nato a Roma, attore e doppiatore, dopo aver esordito in teatro nel 1976 con “Luci di Bohéme”, spettacolo presentato alla Biennale di Venezia, inizia a frequentare nel 1978 il Laboratorio di esercitazioni sceniche di Gigi Proietti. Nel 1980 lavora in tv con Ugo Gregoretti (Straparole) e Gigi Proietti (Attore amore mio). In teatro è diretto da Lavia, Patroni Griffi, Corsini, Vaime. Ha partecipato a film di Lina Wertmüller, Scola, Magni, Corbucci, Vanzina, Nichetti, De Crescenzo. Tanti i lavori per la televisione (Il caso Dozier, L’infiltrato, L’avvocato delle donne, Positano, Nei secoli dei secoli, La squadra, Ris). Come doppiatore ha dato voce a Ed Harris (Potere Assoluto), Peter Gallagher (American Beauty), Billy Bob Thornton (Monster’s Ball). Lo scorso anno sul grande schermo in “Che vuoi che sia” di Edoardo Leo e “Orecchie” di Alessandro Aronadio e in tivù in “Lampedusa – Dall’orizzonte in poi” di Marco Pontecorvo, “Non dirlo al mio capo” di Giulio Manfredonia e “È arrivata la felicita” di Riccardo Milani.
Anna Ferruzzo
Tarantina, matura le prime esperienze artistiche in ambito teatrale con la compagnia Crest, diretta dai registi Mauro Maggione e Davide Iodice. Ricopre ruoli da protagonista nei film “Il miracolo” di Edoardo Winspeare, “Saimir” di Francesco Munzi, “Marpiccolo” di Alessandro Di Robilant, “Cado dalle nubi” di Gennaro Nunziante, “Isole” di Stefano Chiantini. Tra i lavori teatrali più recenti “In nome della madre” di Erri De Luca e il reading “Dal Risorgimento”, diretto insieme a Massimo Wertmüller. Tra le esperienze televisive più importanti la miniserie “Pane e libertà” di Alberto Negrin (2008) e “La leggenda del bandito e del campione” di Lodovico Gasparini. Più di recente al cinema in “Anime nere” di Francesco Munzi, ”Le ultime cose ”di Irene Dionisio, “Una questione privata” di Paolo e Vittorio Taviani e “Il Padre d’Italia” di Fabio Mollo, film per il quale è stata candidata ai Nastri d’argento 2017 come migliore attrice non protagonista. In tivù ne ”Il sindaco pescatore” di Maurizio Zaccaro, “Braccialetti rossi ” di Giacomo Campiotti e “In arte Nino” di Luca Manfredi.
Pino Cangelosi
Nato a Roma, musicista poliedrico, si dedica da anni alla ricerca delle possibili integrazioni e interazioni tra culture musicali diverse. Compositore, direttore d’orchestra, arrangiatore e multistrumentista (fagotto, pianoforte, percussioni) proviene dagli studi accademici (Pontificio Istituto di Musica Sacra e Conservatorio di “Santa Cecilia” di Roma) e da esperienze di world music. Svolge attività concertistica in Italia e all’estero (Francia, Olanda, Svizzera, Spagna, Ungheria, Cuba, Corea) in qualità di direttore ed esecutore, che lo porta ad esibirsi nelle più prestigiose sale da concerto, partecipando a festival, stagioni concertistiche e rassegne internazionali. Ha composto e diretto le musiche per moltissimi lavori teatrali, televisivi e cinematografici. con interpreti di fama internazionale. Fonda insieme a Marzouk Mejri nel 2011 la “IYI Orchestra”, di cui è direttore. È docente al Conservatorio di musica “Respinghi” di Latina.
18 novembre 2017, ore 21 | Auditorium TaTÀ
Nasca Teatri di Terra / Tra il dire e il fare
CLUB 27
progetto di Ippolito Chiarello | testi Francesco Niccolini | regia Michelangelo Campanale e Ippolito Chiarello | con Ippolito Chiarello | anteprima regionale
Un uomo radio. Una consolle da dj, un microfono. E delle storie, da raccontare preferibilmente di notte. Storie di grandi miti, autentiche stelle: quelle del rock, quelle del Club 27. Leggende del rock, di cui sappiamo tutto ma che abbiamo voglia di ascoltare ancora una volta. “One more time”, come i bambini che ogni sera hanno bisogno delle stesse fiabe per addormentarsi.
Racconti, canzoni, parole, dediche, tutto intrecciato e soprattutto intriso delle storie delle star esplose in cielo (o agli inferi), nel loro ventisettesimo anno di età: Jimi Hendrix, Kurt Cobain, Robert Johnson, Jim Morrison, Amy Winehouse, e tutti gli altri del club. E questa notte sono in ottima compagnia, dato che insieme a loro vengono evocati anche Jeff Buckley, Elvis Presley, Andy Warhol.
Ippolito Chiarello – nei panni di un dj notturno – riporta in vita i miti del club 27 attraverso la loro musica, le parole, le suggestioni di una notte molto rock, senza tempo e senza spazio, in cui protagonista è il teatro e il suo pubblico, e il sogno più bello che un attore, e un dj, possono sperare di sognare…
Ippolito Chiarello
Eclettico artista salentino che spazia dal teatro al cinema, alla musica. In questi campi si è cimentato principalmente come attore, ma ha praticato anche la strada della regia e della formazione anche in ambito di disagio sociale. Ha lavorato per circa dieci anni con la compagnia leccese Koreja (1995-2004) per poi intraprendere una sua strada indipendente legata alla sua sigla teatrale Nasca Teatri di Terra (Oggi Sposi, Fanculopensiero stanza 510, Psycho Killer e il recente Club 27) e al lavoro come scritturato o in collaborazione con altri gruppi italiani e stranieri. Il suo percorso di ricerca (spettacoli, progetti, formazione) si focalizza nel recupero della relazione pubblico-artista ed ha generato la modalità del Barbonaggio teatrale come strumento di diffusione e di promozione. Dal 2009 il Barbonaggio ha raggiunto più di 300 città italiane, molte capitali europee e il Canada, diventando un vero e proprio movimento teatrale, segnalato per il Premio Ubu e Premio Rete Critica nel 2014. Ha partecipato come regista di percorso, attore e braccio destro di Mario Perrotta nel progetto “Versoterra – a chi viene dal mare”, lavoro finalista ai Premi Ubu 2017.
7, 8 e 9 dicembre 2017, dalle ore 10 alle 14 | Auditorium TaTÀ
Associazione Figli d’Arte Cuticchio
LA FASCINAZIONE DELLA PAROLA
workshop con Mimmo Cuticchio
Indirizzato ad un gruppo di attori, sarà un viaggio nel quale affioreranno percorsi narrativi differenti, con lo scopo di mettere in luce non tanto e non solo i personaggi che animano le storie, ma i “percorsi” che danno vita ai personaggi. I testi, scelti liberamente dagli stessi allievi offriranno spunti e approfondimenti all’interno di una figurazione dai continui e molteplici rimandi trasversali, ognuno dei quali indicherà altre rotte per altri viaggi.
I partecipanti possono portare una storia sia orale sia scritta. Questo darà la possibilità di verificare un testo raccontato oralmente da uno scritto.
Figli d’Arte Cuticchio
La compagnia nasce nel 1971 sotto la guida di Mimmo Cuticchio. Il recupero delle tecniche tradizionali dei pupi e del cunto, la ricerca e la sperimentazione sono i tre principali linguaggi della comunicazione teatrale. La sopravvivenza artistica della compagnia è dovuta alla ricerca di un proprio spazio espressivo che valorizzi al massimo le tecniche dei pupari e dei contastorie, linguaggi tutt’altro che esauriti o superati, per tentare un teatro di verità e di poesia. Dal 1977 l’Associazione Figli d’Arte Cuticchio accorpa la compagnia omonima e oltre all’attività di produzione, porta avanti la promozione. Dal 1984 organizza il festival teatrale “La Macchina dei Sogni”. Dal 1997 ha aperto una scuola per pupari e cuntisti con l’obiettivo di garantire un futuro al teatro dei pupi e al cunto. Dal 2007 tutto il mestiere (per mestiere si intende il patrimonio completo di un oprante-puparo) tradizionale di Mimmo Cuticchio e l’altro mestiere che ha costruito con gli spettacoli di innovazione, sono aperti al pubblico in forma di un museo in movimento che si sviluppa nei luoghi dove egli lavora, costruisce i pupi e ne rappresenta le storie.
9 dicembre 2017, ore 21 | Auditorium TaTÀ
Associazione Figli d’Arte Cuticchio
A SINGOLAR TENZONE racconti epici della tradizione orale
di e con Mimmo Cuticchio
Un colpo del piede sulla pedana, un gesto imperioso della spada ricevuta come eredità iniziatica dal maestro Peppino Celano, e la voce possente di Cuticchio chiama a raccolta intorno alle avventure cavalleresche di Orlando e dei Paladini di Francia, che per secoli i giullari cantarono lungo le strade d’Europa, tessendo un tappeto coloritissimo di immagini con le scarne formule della tradizione orale. Un fastoso teatro della memoria si spalanca nel breve recinto del cunto, in cui “ricordare” significa di nuovo, secondo l’etimologia cara al Medio Evo, “rimpatriare nel cuore”.
Le notizie sulle origini del cunto sono così frammentarie e insufficienti da non potere risalire a una data precisa in cui possa essere nato questo tipo di recitazione che, probabilmente, ha un legame con i cantori della Grecia antica prima e dell’antica Roma poi.
A differenza del cantastorie, che è un raccontatore di fatti di cronaca e che accompagna i suoi versi con una chitarra e un cartellone raffigurante i diversi episodi della vicenda, il cuntista racconta in prosa ed è accompagnato soltanto da una spada di legno o di ferro, che gli serve ora per dar fendenti in aria, ora per dare ritmo alle battaglie. Il cuntista evoca i protagonisti della vicenda divenendo corpo sonoro; la sua voce diventa ora tonante, ora carezzevole, ora aspra o struggente, fino ad arrivare ad alcuni momenti drammatici in cui la recita risulta una scansione regolata che supera qualsiasi realismo per raggiungere l’astrazione del suono.
Mimmo Cuticchio
Erede di un patrimonio artistico che assorbe dal padre Giacomo fin da bambino, elabora negli anni la tradizione del teatro dei pupi rinnovandola con continui innesti creativi e valorizzandola attraverso la sperimentazione artistica. Negli anni ’70, affascinato dalle tecniche narrative del cunto, ne segue l’apprendistato da Peppino Celano, che gli insegna anche la costruzione dei pupi secondo un percorso che segue le tappe tradizionali della trasmissione del mestiere. Alla morte del maestro, apre a Palermo nel 1973 il Teatrino dei Pupi di Santa Rosalia, e realizza il suo primo copione “Giuseppe Balsamo Conte di Cagliostro”, cominciando ad arricchire il repertorio tradizionale con nuovi testi e raccontando le gesta di personaggi storici della Sicilia, di eroi omerici e della mitologia. Nel 1977 fonda l’Associazione Figli d’Arte Cuticchio, che incorpora la compagnia omonima. Da quel momento Cuticchio avvia un percorso di rielaborazione del patrimonio culturale tradizionale che proietta i modelli narrativi del cunto e dell’opera dei pupi verso il pubblico moderno, attuando un processo di comunicazione artistica permeato di impegno civile e segnato da uno sguardo rivolto verso la contemporaneità. Il rapporto di Cuticchio con diverse espressioni della scena contemporanea, è segnato dai suoi complessi e assidui rapporti col cinema (Coppola, Tornatore, Turturro, Ciprì e Maresco, Crialese), la fotografia, la radio, l’arte contemporanea (Mimmo Paladino), i generi musicali pop (Lucio Dalla, Loreena McKennith). Dal 1997 dirige a Palermo la prima scuola per pupari e cuntisti.
15 dicembre 2017, ore 21 | Auditorium TaTÀ
Compagnia Òyes
VANIA
da Cechov | ideazione e regia Stefano Cordella | drammaturgia collettiva | con Vanessa Korn, Francesca Gemma, Umberto Terruso, Fabio Zulli | costumi Stefania Coretti e Maria Barbara De Marco | disegno luci Marcello Falco
«Tutti, finché siamo giovani, cinguettiamo come passeri sopra un mucchio di letame. A vent’anni possiamo tutto, ci buttiamo in qualsiasi impresa. E verso i trenta siamo già stanchi, è come dopo una sbornia. A quarant’anni poi siamo già vecchi e pensiamo alla morte. Ma che razza di eroi siamo? Io vorrei solo dire alla gente, in tutta onestà, guardate come vivete male, in che maniera noiosa. E se lo comprenderanno inventeranno sicuramente una vita diversa, una vita migliore, una vita che io non so immaginare», scriveva Anton Cechov in una delle sue lettere.
La vicenda si svolge in un paesino di provincia e ruota attorno alla figura del Professore, tenuto in vita da un respiratore artificiale. Non vedremo mai il Professore ma le tragicomiche conseguenze che la sua condizione produce sul resto della “famiglia”: la giovane moglie Elena, il fratello Ivan, la figlia Sonia, il Dottore. Come in “Zio Vanja” di Cechov anche questi personaggi sentono di non vivere la vita che vorrebbero. Ma la spinta al cambiamento deve fare i conti con la paura di invecchiare, le rigidità, i sensi di colpa, il timore di non essere all’altezza.
Compagnia Òyes
Nasce nel 2011 dall’incontro di nove ex allievi dell’Accademia dei Filodrammatici di Milano. Il primo lavoro della compagnia “Effetto Lucifero”, vincitore del premio Giovani Realtà del Teatro 2010, finalista al Premio Riccione-Tondelli nell’edizione 2011 e finalista del playFestival, è ispirato al famoso esperimento carcerario di Standford. Il successivo “Va tutto bene”, spettacolo vincitore del Bando Offerta Creativa 2015 (Teatro dell’Argine), ha debuttato al Teatro dei Filodrammatici di Milano. Nel 2015 con il progetto T.R.E. vince (in rete con le compagnie Teatro dei Gordi e Teatro Presente), il bando fUNDER 35, il fondo per l’impresa culturale giovanile. Lo spettacolo “Vania”, vincitore del premio Giovani Realtà del Teatro 2015, menzione speciale alla drammaturgia al Festival Inventaria 2016 e finalista In-box 2017 è una rilettura del capolavoro cechoviano “Zio Vanja”. L’ultimo lavoro “Io non sono un gabbiano”, una drammaturgia originale che prende le mosse dal “Gabbiano” di Cechov e si avvale del sostegno di Armunia, ha debuttato lo scorso giugno al Festival Primavera dei Teatri di Castrovillari.
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Heroes 2017 > prologo
biglietto 10 euro
ridotto 7 euro (under 30 e over 65)
Il reading di Marco Baliani è ad ingresso libero.
Il costo di partecipazione ai workshop di Mimmo Cuticchio è di 90 euro.
info e prenotazioni 099.4725780 – 366.3473430
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Crest News | redazione web