Indovina chi viene a (s)Cena, Chiaroscuro on demand su Rebellive

Dai palchi dei teatri di 30 città di Puglia, le storie inedite della nostra terra affidate a 78 compagnie pugliesi che le raccontano. Da oggi sono disponibili on demand sulla piattaforma Rebellive i primi 52 racconti andati in scena dal 30 dicembre al 28 febbraio per il format “Indovina chi viene a (s)Cena” firmato Teatro Pubblico Pugliese per e con le Amministrazioni socie. 
Seduti attorno a una tavola imbandita, artisti e pubblico possono assaporare un pasto teatrale, e gustare leggende, episodi storici, piatti tipici o personaggi più rilevanti della nostra terra. In questo momento di sospensione dello spettacolo dal vivo, artisti e pubblico si ritrovano così ancora assieme in una forma nuova per non dimenticare il sapore del Teatro in attesa di tornare a viverlo in sala.
 
Da vedere e, perché no, rivedere lo spettacolo “Chiaroscuro” di Giovanni Guarino, liberamente tratto da un racconto di Augusto Ressa, con Delia De Marco, Giovanni Guarino e Giuseppe Marzio, intervento musicale Francesco Greco, tecnico Walter Mirabile, produzione Crest. Una passeggiata nella città vecchia di Taranto in compagnia di un attempato residente dell’antica Isola, di cui conosce ogni pietra e una storia per ogni pietra. Camminare per la principale via Duomo diventa l’occasione per scoprire personaggi, aneddoti e tesori nascosti. Ed ecco la Chiesa Madre, il Duomo… il Cappellone di san Cataldo. Allestita appositamente per l’occasione, la performance è stata proposta in diretta streaming dal Teatro Fusco di Taranto lo scorso 20 febbraio. Entrando nella cappella, sorge spontanea la domanda: come hanno fatto? Madreperla, lapislazzuli, cristallo di rocca, diaspro, marmi africani e siciliani, onice, giallo di Siena, rosso di Verona, nero del Belgio, cipollino verde, tutto scintilla come in uno scrigno. E ci si sta dentro, con gli uccelli, i fiori, gli angeli. E il cielo affrescato lassù, con san Cataldo inginocchiato davanti alla Madonna che lo invita ad accostarsi al trono di Dio, e la Santissima Trinità attorniata dagli angeli.  Non ci sono fotografie o descrizioni che tengano, entrare nel Cappellone significa viaggiare nel tempo. Ci sono voluti più di cento anni per completare questo capolavoro.
Marmi, pietre, affreschi, sculture piene di storia, di storie. La storia degli uomini famosi che hanno reso possibile questa meraviglia, le storie degli artigiani che hanno impegnato anni e anni della loro vita per scegliere, tagliare, incastonare cristalli, marmi, pietre dure. Molti dei materiali utilizzati sono stati ricavati dalle rovine degli edifici classici sparse nel sottosuolo. Rovine che sono tornate a vivere, metafora di un’esistenza che non finisce e che si ricompone sotto altre forme, riacquistando significato e senso.
Di Gennaro, valido marmoraro del suo tempo, che da Pizzofalcone, vicino Napoli, fu assoldato dal Capitolo Metropolitano per ultimare la grandiosa opera di intarsi marmorei nel Cappellone, raccontiamo la vicenda umanissima di un cuore intriso d’amore per Concettina e Palmina, le sue donne, e per le statue e i decori della cattedrale di san Cataldo, passioni che lo incoraggiano nel suo massacrante lavoro, pur segnandolo nella salute e mettendo a dura prova le sue forze e la sua tenacia.

Sul sito teatropubblicopugliese.it/indovinachivieneascena è possibile navigare i racconti sia nella sezione ON DEMAND che in COMUNI ADERENTI, raccolti appunto per location. La modalità di accesso per il pubblico resta invariata, esattamente come per lo streaming: bisogna registrarsi lasciando la propria email per “acquistare” il biglietto virtuale e ricevere il codice per la visione dello spettacolo scelto qui.

 
Indovina chi viene a (s)Cena
Da un’idea di Giulia Delli Santi, è il nuovo format culturale online del Teatro Pubblico Pugliese, in collaborazione con i Comuni Soci TPP, Pugliapromozione, Pugliesi nel mondo e Inchiostro di Puglia, regia televisiva di Brunella Filì, coordinamento regia televisiva, Fortunata Mosca, organizzazione regia televisiva di Officinema Doc Produzioni Cinematografiche.
 

 
crediti immagine: Pamela Barba