Cenepentola

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Crest

Cenepentola

di Gaetano Colella e Francesco Ghiaccio, regia Gaetano Colella, con Marika Pugliatti, Anna de Giorgio, Damiano Nirchio, Maria Pascale, scene, costumi e disegni Iole Cilento e Porziana Catalano, musiche originali Giampietro Frulli, assistente di produzione Sandra Novellino, luci Vito Marra, foto di scena Walter Mirabile, in convenzione con Regione Puglia
 
: : successivamente Delia De Marco subentra a Marika Pugliatti, Annabella Tedone a Maria Pascale

 
 
 
 
 
 
 
 
Cenepentola vive in un castello con il padre, la matrigna e due sorellastre. La sua mamma è morta da diversi anni, tanti quanti ne ha l’albero di limoni interrato nel giardino proprio quel triste giorno. Da tempo Cenepentola si è chiusa nella sua solitudine, avendo come unico rifugio il cibo. E, manco a dirlo, è ingrassata fino a diventare obesa. Per lei il cibo è anche un amico, col quale dialogare. Sì, perché lei è in grado di ascoltare ciò che le dicono l’affettuoso babà, la civettuola pizza margherita, il sapiente tacchino. Arduo, invece, il rapporto con le sorellastre, che la umiliano e la offendono continuamente. Fissate l’una per la bellezza, l’altra per la forma fisica, le due sono impegnate, e non poco, ad entrare nelle grazie del loro patrigno.
Intanto nel regno si diffonde la notizia che il Principe Al, erede al trono, cerca moglie e che per l’occasione darà un party ballo bello. Ovunque e non di meno nel castello di Cenepentola fervono i preparativi per partecipare al ricevimento. Tutti sono in agitazione. Tutti tranne Cenepentola, che, consapevole di essere troppo grassa per poter competere con le altre pretendenti, sorellastre incluse, piange in giardino, ai piedi dell’albero di limoni. All’improvviso un profumo intenso la scuote. Poi la voce della sua mamma, amorevole e rassicurante, e… un incantesimo. Alta, snella, in gran forma fisica come nessun’altra, Cenepentola è pronta per incontrare il Principe Al. E’ diventata bellissima. Ma agli occhi di chi?

Cenepentola è uno spettacolo che affronta la questione del “piacersi”, dello stare bene con se stessi, avvicinandosi e sfiorando il tema dell’anoressia e della bulimia attraverso la manipolazione di una fiaba molto conosciuta, quella di “Cenerentola” appunto. L’archetipo della fiaba millenaria, che è per antonomasia la favola dove l’essere domina sull’apparire, è un contenitore interessante all’interno del quale giocare sul concetto di sè, sul contrasto fra il gusto del cibo e il disgusto di se stessi. E sarà l’amore del Principe, scevro da ogni giudizio e da ogni preconcetto di bellezza, a dare a Cenepentola la prima vera possibilità di vedersi con uno sguardo diverso, finalmente vero. [Gaetano Colella]

 


Cenepentola – crediti fotografici Walter Mirabile