TRAC, Fiori di Bambù in residenza artistica all’Auditorium TaTÀ

La nata due volte. Ospite del Crest, polo di Taranto del TRAC – Teatri di Residenza Artistica Contemporanea, dal 27 settembre al 4 ottobre all’Auditorium TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, la compagnia Fiori di Bambù sarà in residenza artistica per lavorare al progetto “Edera” di Giulia Trivero, regia Andrea Pelliccia, con Giulio Germano Cervi, Claudio Pellegrini, Nicoletta Nobile, Roberta Paolini. In sinergia con le richieste e i bisogni della compagnia, la residenza potrà avvalersi della collaborazione di tutor per approfondire alcuni dei tanti aspetti della produzione (drammaturgia, costumi, scenografia, comunicazione). Nei fatti, le residenze artistiche del Centro di residenza pugliese sono intese come spazio di accoglienza e di cura nei confronti del progetto e dell’artista in residenza.

 NB: In fase di processo creativo, il progetto non è ancora uno spettacolo finito e non prevede prova aperta di fine residenza.

 
 
 

Edera è un tuffo con la testa sott’acqua, le bolle che escono dal naso. È un ricordo agrodolce ma non senti le parole. Edera è cronaca, è il vuoto: la sensazione di non aver fatto, il sospetto di non aver detto.
 
Edera ruota attorno a un fatto di cronaca: il suicidio di una giovane ragazza, Arifa Malik, che, una fredda mattina di settembre, si schianta ai 100 km/h con la vecchia panda grigia di famiglia. Il corpo di Arifa non viene mai ritrovato. Sono le voci di chi l’ha conosciuta, o crede di averla conosciuta, a ricostruire la vicenda: il poliziotto che ha assistito allo schianto durante la ronda mattutina, la vicina buonista, le compagne di classe, la famiglia, il fidanzato. Tra le grida di chi si appropria della storia di Arifa (in piazza Pincopanco e Pancopinco imbracciano il megafono per renderla simbolo della propria lotta), lettere minatorie, stanze d’ospedale che nascondono segreti, ai margini dell’indagine sulle ragioni che hanno portato la giovane a scegliere di scomparire, si distingue il racconto di Arianna, una giovane infermiera. Arianna è bloccata in un rapporto faticoso con una madre incapace di vederla per come è realmente. La sua vita si intreccia per una notte con quella di Arifa, cambiando per sempre il destino di entrambe. L’incontro tra queste due donne, così simili e così diverse, è sul campo di battaglia in cui tutte e due si trovano a combattere: quello in cui si lotta contro la negazione della libertà di scegliere la propria storia, insieme personale e politica.

Fiori di Bambù
Nasce nel 2020 dall’incontro tra Giulia Trivero e Andrea Pelliccia che decidono di mettere in comune il loro fare teatro: del gruppo Giulia prende la direzione della drammaturgia, Andrea quella della regia.

Giulia Trivero
Attrice e autrice, torinese, classe 1992. Si laurea in filosofia con una tesi sulla svolta etica nel pensiero di Judith Butler, autrice femminista, all’Università degli Studi di Torino (2015). Dopo il diploma in recitazione alla Scuola di Teatro Iolanda Gazzerro di ERT (2016-19), debutta nello spettacolo “Tutto fa brodo” con la compagnia belga Laika e lavora in “Commedia della vanità” di Claudio Longhi e in “Nozze” di Lino Guanciale. Approfondisce la passione per la drammaturgia grazie, tra gli altri, a Renata Molinari e Davide Carnevali, con cui collabora per il progetto per le scuole “(We can be) heroes” per il Piccolo Teatro di Milano (2021). Fa parte del cast di “La mia infinita fine del mondo”, regia di Lino Guanciale (2020), e di “Elettra, onora il padre e la madre”, regia di Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni (2021), e collabora a diversi progetti come operatrice culturale e attrice per ERT Fondazione. Lavora come dramaturg per “Biancaneve e i sette nazi” (compagnia FanniBanni’s), progetto finalista al Premio Scenario 2021, e come assistente alla drammaturgia per “Le troiane, la guerra e i maschi”, regia di Marcela Serli (2022). Finalista alla 56esima edizione del Premio Riccione “Pier Vittorio Tondelli” (2021), il suo testo “Edera” (2020) ottiene le segnalazioni a InScena! Italian Theatre Festival NY e al Premio Hystrio Scritture di Scena. È cofondatrice di Amleta, un’associazione di promozione sociale il cui scopo è contrastare la disparità e la violenza di genere nel mondo dello spettacolo.

Andrea Pelliccia
Regista e drammaturgo, avellinese, classe 1991. Si laurea in letteratura tedesca con una tesi su Fassbinder e Pasolini alla “Sapienza” Università di Roma (2014) e in drammaturgia con una tesi su Annibale Ruccello all’Università di Torino (2017). Frequenta per un anno la scuola di recitazione Teatro Azione di Roma diretta da Isabella del Bianco, tra i docenti Valentino Villa e Vincent Riotta, per poi privilegiare la strada della regia e della drammaturgia. Collabora da assistente alla regia con Fabrizio Arcuri (“Pretty. Un motivo per essere carini” di Neil LaBute, produzione Compagnia Gli Ipocriti, 2014), Felice Panico, Mariano Lamberti, Carlo Geltrude (“La giostra del Moro” di Mario Gelardi, produzione Nuovo Teatro Sanità, 2020). Studia drammaturgia al Nuovo Teatro Sanità con Mario Gelardi ed Helena Tornero. Partecipa al corso intensivo di formazione di drammaturgia online condotto da Rafael Spregelburd, uno dei più grandi Maestri della scena mondiale, promosso da alibi – Artisti Liberi Indipendenti e Teatro Pubblico Pugliese (maggio 2021).

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Edera

di Giulia Trivero, regia Andrea Pelliccia
con il supporto di TRAC_Centro di residenza teatrale pugliese

 
TRAC
Acronimo di Teatri di Residenza Artistica Contemporanea, nato nel 2018 in risposta all’Intesa Stato/Regioni del 21 settembre 2017 e naturale erede della preziosa storia regionale delle residenze teatrali (Teatri Abitati), è il primo Centro di residenza teatrale pugliese, un progetto sostenuto dalla Regione Puglia e dal Mibac che coinvolge quattro teatri e uno spazio studio, per accogliere ogni anno artisti e compagnie in cerca di una casa per la loro ricerca artistica: Factory Compagnia Transadriatica e Principio Attivo Teatro – Teatro comunale di Novoli (Lecce); Crest – Auditorium TaTÀ di Taranto; La luna nel letto/Tra il dire e il fare – Teatro comunale di Ruvo di Puglia e Spazio Artinscena di Castellana Grotte (Bari); Bottega degli Apocrifi – Teatro comunale “Lucio Dalla” di Manfredonia (Foggia).
 

 
crediti immagine: Crest CoopTeatrale

 

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