La straordinaria vita del generale Dumas
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La straordinaria vita del generale Dumas
testo e regia Giovanni Guarino, liberamente tratto da “Il diario segreto del Conte di Montecristo” di Tom Reiss (“The Black Count”, premio Pulitzer 2013), con Massimo Cimaglia, Delia De Marco, Giovanni Guarino, Vito Maglie, Giuseppe Marzio, Pietro Zaccaria, figuranti I Cavalieri Delle Terre Tarantine, musiche originali eseguite dal vivo degli allievi dell’Istituto Superiore di Studi Musicali “Giovanni Paisiello” di Taranto (docente Maestro Michele Pezzuto), costumi Maria Martinese, scenografia Peppe Frisino, aiuto regia Sandra Novellino, foto di scena Nico Pisani
La lunga storia del castello tarantino ci ha consentito di conoscere e raccontare la tragica vita di un importante generale dell’esercito di Napoleone ed il suo legame con uno dei più conosciuti romanzi della letteratura mondiale, di cui ne è stato in qualche modo ispiratore, ovvero de “Il Conte di Montecristo”, il cui personaggio non è del tutto un’invenzione.
Un uomo in carne e ossa ha ispirato allo scrittore francese Alexandre Dumas la figura di Edmond Dantès, e anche quella dei moschettieri. Il suo nome era Alex Dumas, ed era suo padre, morto quando lui aveva solo quattro anni. Nato nella colonia francese di Saint Domingue nel 1762, da uno spregiudicato aristocratico e da una schiava nera, la vita del mulatto Alex non inizia sotto i migliori auspici: suo padre vende lui, sua madre e i suoi fratelli per pagarsi il viaggio di ritorno in Normandia. Sei mesi dopo, la sua fortuna cambia: il padre lo riscatta dalla schiavitù e lo porta con sé in Francia e, dopo essersi arruolato nell’esercito, diviene uno dei soldati più affascinanti e valorosi. All’epoca in cui Napoleone invade l’Egitto, Alex è ormai diventato generale. Napoleone comincia a sentirsi minacciato da questo prestante e ormai celebre nobile mulatto, le cui gesta avevano assicurato le Alpi alla Francia, e orchestra la sua rovina. Dumas, ormai in contrasto con Napoleone, fugge dall’Egitto e, costretto da un naufragio, sbarca a Taranto, dove viene catturato e rinchiuso in prigione dai Borboni tornati al potere dopo la breve parentesi libertaria e repubblicana.
Nella prigione di Taranto, collocata proprio nel castello Aragonese, il generale Dumas resterà due anni scampando più volte alla morte architettata dai nemici sanfedisti, affrontando le sue prove più dure, quelle che ispireranno una delle maggiori opere di narrativa classiche del mondo. Tornerà in Francia dalla sua famiglia, dove i passati successi militari non gli varranno alcun riconoscimento, e per malattia morirà alla giovane età di 44 anni.
Quanto viene narrato dallo spettacolo è allo stesso tempo un’avvincente storia d’avventura, un’evocazione dei primi moti libertari a Taranto e una finestra sulla prima società multirazziale del mondo moderno. Ma è anche una storia straziante dei duraturi legami d’amore tra un padre e un figlio.
La narrazione lascia spazio all’interpretazione degli attori ed è accompagnata dal vivo – con la direzione del Maestro Michele Pezzuto – da un’orchestra di dieci elementi composta da allievi e maestri dell’Istituto Musicale “Giovanni Paisiello”, che hanno composto i dieci brani originali.
Lo spettacolo si avvale dell’interpretazione di Massimo Cimaglia, attore tarantino affermato e stimato nel panorama teatrale nazionale, con il quale il Crest ha il piacere e l’onore di collaborare per la prima volta.