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del racconto in parole, in musica, in versi
un progetto Crest e Tra il dire il fare in ATS

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
sabato 21 settembre, ore 21 | MuDi – Museo Diocesano di Arte Sacra, vico I Seminario sn
Casa degli Alfieri
KOHLHAAS

tratto dall’opera “Michael Kohlhaas” di Heinrich von Kleist | di Marco Baliani e Remo Rostagno | attore narrante Marco Baliani | regia Maria Maglietta | durata 75 min

 
 

La storia vera di un onesto mercante di cavalli nella Germania imperiale del Cinquecento a cui è stato tolto tutto a causa di ingiusti soprusi subiti da uomini molto più potenti. Un uomo perbene che si ritrova – suo malgrado – in un orribile crescendo di violenze e ingiustizie che terminerà con una fine tragica. Marco Baliani, figura eclettica del panorama teatrale italiano, è il cantastorie di questo racconto. Seduto al centro del palco su di una sedia di legno, Baliani racconterà il suo Kohlhaas suscitando nel pubblico forti visioni con l’aiuto della sua sola mimica e dell’espressività della forza narrante. Una partitura quella kleistiana che – seppur abbia più di 200 anni – ancora oggi riesce a sollevare importanti interrogativi, oggi quanto mai attuali. Tra tutti: il senso di ingiustizia può trasformare un cittadino onesto in un terrorista?

 
Marco Baliani
Attore, autore e regista. Formatosi nell’ambito dell’animazione teatrale e del teatro ragazzi, fonda nel 1975 a Roma, insieme a Tiziana Luccattini e Maria Maglietta, il gruppo Ruotalibera. Nel 1991 costituisce con Maria Maglietta la compagnia Trickster-Bricconi Divini, producendo capolavori del teatro di settore, come “Piccoli angeli”, premio ETI-Stregagatto 1993. Dagli anni ’80 avvia una personale ricerca sulla narrazione orale e comincia a scrivere e interpretare per un pubblico adulto, realizzando, come attore-narratore, “Storie” (1988) e “Kohlhaas” (1989) e, come regista, “Peer Gynt” di Ibsen (1995) e “Gioventù senza Dio” di Horvàth (1997). Ha sperimentato drammaturgie corali, creando spettacoli-evento per molti attori, tra cui “Come gocce di una fiumana”, premio IDI per la regia, e “Antigone delle città”, spettacolo di impegno civile sulla strage alla stazione di Bologna, o ancora dirigendo il progetto “I Porti del Mediterraneo” con attori provenienti da diversi paesi dell’area mediterranea. Per il cinema è diretto da registi quali Francesca Archibugi, Roberto Andò, Saverio Costanzo, Cristina Comencini e Mario Martone. Come attore e autore, insieme a Maria Maglietta, realizza lo spettacolo “Identità”. Firma come autore librettista e regista le opere liriche contemporanee “Il sogno di una cosa” e “Corpi eretici”, su musiche di Mauro Montalbetti. Nel 2015, nella ricorrenza del centenario del primo conflitto mondiale, è protagonista dello spettacolo “Trincea”, premio Enriquez per l’interpretazione. Nel maggio 2017 cura la regia e l’adattamento di “Sette contro Tebe” per il Teatro Greco di Siracusa. Tra le sue pubblicazioni, per Rizzoli: “Corpo di stato. Il delitto Moro” (2003), “Nel regno di Acilia” (2004), “Pinocchio nero” (2005), “L’amore buono” (2006), “La metà di Sophia” (2008), “L’occasione” (2013); per Garzanti: “Francesco a testa in giù” (2000); per Orecchio acerbo: “Il signor Ventriglia” (2002); per Titivillus: “Ho cavalcato in groppa ad una sedia” (2010); per Laterza: “Ogni volta che si racconta una storia” (2017).
 

 


 

domenica 29 settembre, ore 20 | MuDi – Museo Diocesano di Arte Sacra, vico I Seminario sn
Teatri di Bari
KIRIKÙ E LA STREGA KARABÀ

di Michel Ocelot | adattamento e voce narrante Teresa Ludovico | musiche Maurizio Lampugnani | suoni SuDjembe Afro Percussion: Ugo Custodero, Ilaria De Fronzo, Ilenia Fenech, Alberto Perrone, Andrea Menolascina, Nicola Mannarini, Ignazio Farano, Silvia Scarnera, Alessandra Vallone, Rosanna Favia, Clarissa Caradonna, Antonello Fasano, Donatello Ancona, Valentino Fanizza, Salvatore Magrone | durata 60 min

In un villaggio africano dove sono rimasti solo vecchi, donne e bambini, nasce Kirikù, un bambino prodigioso, che fin dai primi istanti di vita è totalmente autonomo. Kirikù viene presto a sapere dalla madre che il villaggio è vessato dalla strega Karabà. La strega ha sottratto l’acqua dalla fonte del paese ed ha trasformato in oggetti obbedienti gli uomini del villaggio che hanno tentato di affrontarla. Kirikù decide allora di combatterla. Nelle sue imprese Kirikù è assillato da un dubbio a cui nessuno sa dare una soluzione: il motivo per cui la strega sia così cattiva. Il Saggio della Montagna, suo nonno, gli svela il mistero: Karabà soffre a causa di una spina avvelenata conficcata nella schiena, che non riesce e non vuole togliere, perché è convinta di perdere i poteri magici. Kirikù è deciso a liberarla e lo farà. In cambio otterrà di crescere, anche fisicamente, e sposerà Karabà.

 
Teresa Ludovico
Regista, autrice e attrice. Dopo la laurea in scienze politiche all’Università degli Studi di Bari, compie un lungo percorso artistico sotto la guida di diversi maestri, in Italia e all’estero. Collabora con i Cantieri Teatrali Koreja di Lecce in qualità di attrice. È assistente alla regia di Marco Martinelli e attrice in alcuni suoi spettacoli. Nel 1995 si avvicina al teatro musicale con “Medea”, opera senza canto del compositore Giovanni Tamborrino. Nel 1993 entra a far parte del Teatro Kismet OperA di Bari: dal 1998 è regista stabile (“Bella e Bestia”, premio Eti-Stregagatto 2002), dal 2011 al 2014 direttore artistico. Realizza due produzioni per il Repertory Theatre di Birmingham (“I Was a Rat!” e “The Big Firendly Giant”) e collabora con il Setagaya Public Theatre di Tokyo (“Yuki no Joou” e “Ningyohime”) e lo Za Koenji Public Theatre di Tokyo (“Tabi to Aitsu to Ohimesama”, premio Jido Fukushi Bunka Sho 2012 come migliore opera per le nuove generazioni, e “Pinocchio”). Dal 2015 è condirettrice artistica dei Teatri di Bari. Dirige il festival Maggio all’infanzia, la più importante vetrina di teatro ragazzi nel Sud Italia.
 
SuDjembe Afro Percussion
Nasce nel 2011 da un’idea di Ugo Custodero e Maurizio Lampugnani, percussionisti baresi, entrambi appassionati di musica africana. Le percussioni e i canti tradizionali del Senegal, della Guinea e del Mali sono la materia prima dell’ensemble che, oltre a promuovere lo studio delle ritmiche, dei canti e della tecnica, ritiene imprescindibili due concetti: la musica d’insieme e l’improvvisazione individuale. Progetto percussivo di grande impatto ed energia, partecipa a diversi festival, in particolare a quelli legati all’integrazione e all’inserimento degli immigrati. Nel 2018 mette in musica il racconto di Ocelot “Kirikù e la strega di Karabà”: con strumenti, colori ed effetti sostiene la voce narrante di Teresa Ludovico, creando una vera e propria fiaba da guardare e ascoltare, che cattura senza pause la curiosità dei bambini e l’attenzione degli adulti (prima nazionale il 12 maggio 2019 nel chiostro della biblioteca civica “Maria Marangelli” di Conversano per il festival Maggio all’Infanzia).
 

 


 

sabato 5 ottobre, ore 21 | ex Convento San Francesco (ex Caserma Rossarol), via Duomo 259
La Ghironda – Casarmonica
VI RACCONTO IL MIO PIANO

di Mirko Lodedo | testi Enrico Messina e Mirko Lodedo | allestimento scenico, disegno luci e regia video Francesco Dignitoso | durata 80 min
 
 

Un concerto-spettacolo di piano solo, interamente composto ed eseguito dal pianista brindisino, che prevede diversi livelli di racconto, uno legato alla musica di Lodedo che suggerisce scenari sempre sorprendenti e uno legato ad una drammaturgia fatta di immagini e filmati ugualmente originali. In più, Lodedo “racconta il suo piano”, ovvero episodi di quello che è stato, e che continua ad essere, un percorso di atipica formazione musicale ma di grande ricchezza umana. Il luogo di proiezione dei video non è uno schermo tradizionale. Tutto viene proiettato nel coperchio del pianoforte, esaltando il potenziale immaginifico dello strumento stesso. È prevista una regia video del live (sincronizzata alla partitura del concerto), affidata a tre telecamere GoPro sistemate in vari punti dello strumento, attraverso la quale viene restituito al pubblico un punto di vista inedito che in un concerto di piano solo spesso si perde (la tastiera, le mani, la martelliera).

 
Mirko Lodedo
Musicista e compositore. A due anni imbraccia una diamonica, strumento spesso presente ancora oggi nei suoi spettacoli. A sei anni inizia a studiare il pianoforte e a ventuno si diploma all’Istituto musicale parificato statale di Ceglie Messapica. Frequenta per quattro anni un corso di composizione e direzione d’orchestra. A quattordici anni avvia una ricerca sui suoni elettronici, che in seguito diventa progetto, “Neptune”, tuttora esistente. A diciotto anni tiene il suo primo concerto per pianoforte solo, da lui interamente composto, che riscuote consensi e genera entusiasmi. Costituisce nel 2003 l’associazione culturale Casarmonica con l’obiettivo di promuovere e generare la creatività. Una delle aree più importanti è quella musicale, caratterizzata dalla produzione di numerose colonne sonore per teatro e opere musicali, scritte dal suo fondatore, autore anche delle musiche dei film di Edoardo Winspeare “L’anima attesa” e “La vita in comune”. Vanta preziose collaborazioni, tra le altre con Armamaxa Teatro, la Luna nel Pozzo, La Luna nel Letto, Compagnia Burambò, Crest, In Cupa Trance, Archelia, Teatri Abitati e Teatro Pubblico Pugliese. Casarmonica organizza da quindici anni consecutivi il “Festival dei Giochi”, evento che trasforma il centro storico di Ceglie Messapica nel paese dei balocchi, accogliendo le comunità dei giochi di tutto il mondo.
 

 


 

domenica 13 ottobre, ore 20 | Palazzo Amati – Kētos Centro euromediterraneo del mare e dei cetacei, vico Vigilante sn
Principio Attivo Teatro
CANTI PER LA VITA QUOTIDIANA. A cosa serve la poesia…

di e con Gianluigi Gherzi e Giuseppe Semeraro | durata 60 min
 
 
 

Uno spettacolo che interroga la nostra vita quotidiana, la nostra forza nell’essere presenti al presente. Poesia e teatro. Il teatro che abbraccia la poesia come ponte verso le emozioni e le visioni del presente. Poesia che diventa monologo teatrale, confessione, diario della vita quotidiana, dialogo col pubblico, invettiva, canzone. Infinito e quotidiano si tengono per mano, tornando a essere canto: delle mattine, dei cibi a tavola, dei tramonti, delle strade della notte. Teatro e poesia che camminano, per le strade del mondo, a cogliere visioni, con l’anima di un andare che non si accontenta dei simulacri del presente. «A cosa serve la poesia», uno spettacolo e una domanda popolare, allegra, profonda, lieve, sulla necessità dell’umano. La poesia che incontra il teatro dando vita a una parola che stringe tutti: poeti, attori, pubblico, teatri e luoghi che ospitano questo spettacolo.

 
Gianluigi Gherzi
Scrittore, attore e regista. Scrive, mette in scena e recita per alcuni dei più importanti gruppi e teatri di ricerca italiani, tra gli altri Teatro Franco Parenti, Teatro Out Off, Teatro del Buratto, Compagnia “Quelli di Grock” di Milano, Teatro Stabile di Norimberga, Teatro dell’Argine di Bologna, Teatro Koreja di Lecce, Assemblea Teatro di Torino. Più volte porta l’esperienza del teatro e della scrittura all’interno di carceri, centri rifugiati, centri sociali, scuole e comunità. Vincitore di importanti premi teatrali (Scenario ed ETI-Stregagatto), dal 2010 è direttore artistico di Teatro degli Incontri, una delle più riconosciute esperienze di teatro d’arte civile a livello nazionale. In questi anni sviluppa una innovativa pratica pedagogica centrata sul metodo dell’attore-autore. Dal 2003 al 2009 a Campo Teatrale, dirige, insieme a Silvia Baldini, la “Bottega dell’attore-autore”, vera e propria fucina di talenti e di nuovi spettacoli. Per la casa editrice “Sensibili alle foglie” escono i romanzi “Tuani” (203) e “Pacha della strada” (2008) dedicati ai bambini di strada e alla favelas del Centro-America, e “Atlante della città fragile” (2013), racconto corale delle fragilità e delle vulnerabilità presenti nella città. E nel 2016 pubblicato (con Giuseppe Semeraro) “A cosa serve la poesia”, la traccia scritta dello spettacolo teatrale “Canti per la vita quotidiana” (prima nazionale il 16 dicembre 2016 all’ATIR Teatro Ringhiera di Milano).
 
Giuseppe Semeraro
Attore, poeta e regista. Dal 2001 collabora stabilmente con Danio Manfredini (“Cinema Cielo”, premio Ubu 2004, e “Il sacro segno dei mostri”). È tra i fondatori nel 2007 di Principio Attivo Teatro, compagnia per la quale firma le regie di “Storia di un uomo e della sua ombra” (finalista premio Scenario e premio Eolo 2009), “La bicicletta rossa” (premio Eolo 2013) e “Opera Nazionale Combattenti” (finalista In-Box 2016). Nel 2015 realizza lo spettacolo “Digiunando davanti al mare” ispirato alla figura di Danilo Dolci. Oltre al teatro si occupa di scrittura. Collabora con le riviste “Argonauti” e “Poet/Bar nuova poesia salentina” e pubblica le raccolte di poesia “Cantica del Lupo” (Besa 2004), “Due parole in croce” (Raggio Verde 2015), “A cosa serve la poesia” (con Gianluigi Gherzi, Sensibili alle foglie 2016) e “La manutenzione della solitudine” (Musicaos 2019).
 

 

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Heroes 2019 > prologo

biglietto unico 10 euro
info e prenotazioni 099 4725780 – 366 3473430

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“Heroes” è un progetto triennale 2017_19 del Crest, in ATS con l’associazione culturale “Tra il dire e il fare” (Ruvo di Puglia, BA),
in ordine all’avviso pubblico per iniziative progettuali riguardanti lo spettacolo dal vivo e le residenze artistiche
– Patto per la Puglia – FSC 2014/2020 – Area di intervento “Turismo, cultura e valorizzazione delle risorse naturali”
 

 
 

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