Mimmo Cuticchio, il workshop

I “percorsi” che danno vita ai personaggi. Nell’ambito di “Heroes”, progetto artistico triennale 2017/19 di Crest e “Tra il dire e il fare” (Ruvo di Puglia, BA) in ATS, si terrà da giovedì 7 a sabato 9 dicembre, negli spazi teatrali del TaTÀ di Taranto, in via Deledda al quartiere Tamburi, il workshop “La fascinazione della parola” condotto da Mimmo Cuticchio. Indirizzato ad un gruppo di attori, sarà un viaggio nel quale affioreranno percorsi narrativi differenti, con lo scopo di mettere in luce non tanto e non solo i personaggi che animano le storie, ma i “percorsi” che danno vita ai personaggi. I testi, scelti liberamente dagli stessi allievi, offriranno spunti e approfondimenti all’interno di una figurazione dai continui e molteplici rimandi trasversali, ognuno dei quali indicherà altre rotte per altri viaggi. Il costo di partecipazione è di 90 euro. Info e modulo di iscrizione vanno richiesti all’indirizzo email formazione@teatrocrest.it

Mimmo Cuticchio
Oprante, puparo e cuntista. Una definizione corretta, ma insufficiente a descrivere il suo ruolo di autore e regista fra i protagonisti della nuova scena italiana. Le innovazioni e le contaminazioni da lui operate, pur nel sostanziale rispetto della tradizione, lo collocano, a pieno titolo, tra i maggiori rappresentanti del teatro di sperimentazione. Ne sono testimonianza i numerosi allestimenti messi in scena negli ultimi vent’anni, che integrano elementi provenienti dalla pratica dei pupi, da quella del cunto e dalle esperienze del teatro d’avanguardia. Il rapporto di Cuticchio con diverse espressioni della scena contemporanea è altresì ribadito dai suoi complessi e assidui rapporti con cinema (Coppola, Tornatore, Turturro, Ciprì e Maresco, Crialese), fotografia, radio, arte contemporanea (Mimmo Paladino), musica pop (Lucio Dalla, Loreena McKennitt).

Figli d’Arte Cuticchio
La compagnia nasce nel 1971 sotto la guida di Mimmo Cuticchio. Il recupero delle tecniche tradizionali dei pupi e del cunto, la ricerca e la sperimentazione sono i tre principali linguaggi della comunicazione teatrale. La sopravvivenza artistica della compagnia è dovuta alla ricerca di un proprio spazio espressivo che valorizzi al massimo le tecniche dei pupari e dei contastorie, linguaggi tutt’altro che esauriti o superati, per tentare un teatro di verità e di poesia. Dal 1977 l’Associazione Figli d’Arte Cuticchio accorpa la compagnia omonima e oltre all’attività di produzione, porta avanti la promozione. Dal 1984 organizza il festival teatrale “La Macchina dei Sogni”. Dal 1997 ha aperto una scuola per pupari e cuntisti con l’obiettivo di garantire un futuro al teatro dei pupi e al cunto. Dal 2007 tutto il mestiere (per mestiere si intende il patrimonio completo di un oprante-puparo) tradizionale di Mimmo Cuticchio e l’altro mestiere che ha costruito con gli spettacoli di innovazione, sono aperti al pubblico in forma di un museo in movimento che si sviluppa nei luoghi dove egli lavora, costruisce i pupi e ne rappresenta le storie.

photo © ph Peter Amann