Gioco d’azzardo patologico: il teatro può fare prevenzione
Prevenire il gioco d’azzardo patologico si può, cominciando dalle nuove generazioni. È il messaggio – forte e chiaro – che ha lanciato il progetto sul gioco d’azzardo del Dipartimento Dipendenze Patologiche della Asl Taranto. Sulla pagina facebook del Teatro Pubblico Pugliese c’è stata la presentazione dei risultati finali dei laboratori e delle attività teatrali condotti nelle scuole di Taranto e provincia organizzati in seguito ad un accordo di cooperazione con il Teatro Pubblico Pugliese, condotti e ideati artisticamente dalla cooperativa teatrale Crest di Taranto e dal Teatro delle Forche di Massafra, e fortemente voluti dal Dipartimento nell’ambito del Piano di attività per il contrasto al gioco d’azzardo della Regione Puglia.
Il progetto, terminato qualche giorno prima del lockdown della primavera 2020, si è strutturato in una serie di proposte d’interventi artistici di carattere laboratoriale e narrativo nelle scuole secondarie di primo grado e nel biennio delle scuole secondarie di secondo grado di Taranto e provincia. Quindici gli istituti scolastici coinvolti tra Taranto, Castellaneta, Grottaglie, Manduria, Martina Franca, Massafra, Mottola e Palagiano.
Diversi gli interventi durante la puntata condotta da Lù Ileana Sapone e Maddalena Tulanti. Così Stefano Rossi, direttore generale Asl Taranto: “Taranto ha un triste primato, quello del gioco d’azzardo. Ma può vantare anche il forte impegno della Asl Taranto sulla ludopatia. E con questo progetto siamo riusciti a raggiungere risultati importanti. Quella di cui parliamo è una dipendenza immateriale, molto difficile da contrastare. Anche durante la pandemia ci sono state scelte discutibili, come l’aver lasciato aperte le ricevitorie e le tabaccherie. Questo dimostra anche come il nostro è uno scontro contro un gigante, il che rende ancora più importante il lavoro svolto”.
“È la prima volta, come Teatro Pubblico Pugliese, che ci confrontiamo con il fenomeno della ludopatia. In Italia i giocatori d’azzardo sono aumentati dell’800% negli ultimi anni, un dato preoccupante che deve farci riflettere. Ma è già da un po’ che stiamo riflettendo su un aggiornamento della strategia d’intervento nei vari settori. Il Tpp non può essere solo una semplice organizzazione che si occupa di spettacoli di eventi, ma deve anche rapportarsi con le problematiche sociali e il mondo dei giovani. Per cui abbiamo accolto favorevolmente questo invito della Asl TA, e questo lavoro di squadra ha prodotto risultati importanti”, ha affermato Giuseppe D’Urso, presidente del Teatro Pubblico Pugliese. Concetto ribadito da Sante Levante, direttore del Teatro Pubblico Pugliese: “È una forma innovativa di collaborazione, quella tra Teatro Pubblico Pugliese e Asl Taranto. Educazione e cultura si sono incontrate sulla formazione alle nuove generazioni. Da anni il Tpp è impegnato sui giovani e con la Asl Taranto siamo riusciti a mettere su questo bel progetto. L’arte del teatro e dello spettacolo possono essere utilizzate per educare, facendo emergere difficoltà ma anche valori, permettendo di muoversi su un terreno minato come la ludopatia. Sono contento che nonostante la pandemia si sia riusciti a svolgere incontri e laboratori, grazie all’impegno delle scuole e delle compagnie coinvolte”.
Vincenza Ariano, direttrice del Dipartimento Dipendenze Patologiche della Asl TA, ha messo in luce che “il nostro obiettivo era incidere sul territorio con un progetto innovativo, che si collegasse con le risorse a disposizione. Questo tipo di dipendenza ha varie sfaccettature, ma è anche una vera e propria malattia. Per questo, abbiamo inteso sensibilizzare i giovanissimi fornendo abilità e conoscenze per combattere una dipendenza che si manifesta gradualmente e che colpisce anche loro. La prevenzione ha quindi un ruolo fondamentale, che può cambiare il percorso di crescita dell’adolescente combattendo vulnerabilità e rischi. E l’attività teatrale è riuscita a rafforzare i fattori protettivi dei più giovani”. Per Margherita Taddeo, psicologa, psicoterapeuta DDP Asl TA e referente scientifico del piano di attività per il Gioco d’azzardo patologico della Regione Puglia, “dobbiamo lavorare sulla consapevolezza che il gioco rappresenta un rischio in particolari momenti critici e fasi di passaggio della vita come l’adolescenza. Se puoi modificare così quella frase che parla di consapevolezza e malattia”.
Ma il teatro è terapia, e può riuscire a “guarire” disagi e dipendenze. Così invece Giovanni Guarino, vice presidente e responsabile progetti educativi Crest, ha descritto uno dei laboratori svolti durante il progetto. “Lavorando nelle scuole avevamo colto da tempo il disagio dei giovani sul fenomeno del gioco d’azzardo. Come Crest abbiamo quindi messo su una narrazione che andava a evidenziare la parte cattiva del gioco e come si arriva a diventare dipendenti. Da qui abbiamo lavorato un percorso che si è allargato a diverse attività con un laboratorio perché riteniamo che attraverso la dinamica teatrale è possibile provocare una parte ludica più specifica, quella della proiezione che i giovani hanno del loro vissuto”. “Abbiamo affrontato con alcuni nostri testi il problema del gioco d’azzardo qualche anno fa, ed è stato interessante per noi lavorare in questo laboratorio dedicato alla ludopatia. Ci siamo chiesti come intervenire su ragazzi estremamente vulnerabili, e abbiamo pensato quindi a un dispositivo che avesse a che fare con le individualità dei giovani, inseriti però nel loro territorio. Abbiamo cercato quindi di produrre una nuova attualità, favorendo una interconnessione tra giovani e contesto. E la magia del teatro ha permesso di lavorare sulle loro insicurezze, donando loro libertà”, ha dichiarato Giancarlo Luce del Teatro delle Forche, mentre Ermelinda Nasuto ha messo in luce l’importanza dell’obiettivo raggiunto: “Abbiamo lanciato un seme di speranza nei giovani, utilizzando strumenti teatrali e sostanziandole con storie. Abbiamo coinvolto gli studenti, chiedendo loro di ‘sovvertire’ il finale, rinforzando convinzioni razionali e valorizzando la loro creatività. Il teatro permette di osservare i comportamenti anomali o differenti, ma che ti ‘spostano’ qualcosa dentro e possono essere modificati”. Erika Grillo del Teatro delle Forche sostiene che “l’idea che l’impegno si tramuta in un dovere è molto importante, ed è questo che ci siamo ricordati varcando le porte delle scuole che abbiamo coinvolto”.
Durante i primi mesi del 2020, come detto, sono state realizzate tante attività espressive: narrazione teatrale, lettura espressiva, scrittura creativa, giochi di improvvisazione teatrale, manipolazione di materiali per dare forma a illustrazioni e scene, a partire dalla presentazione di due storie/personaggi in particolare: il Pinocchio di Collodi e l’Alice di Lewis Carroll. Scelti in quanto entrambi non risultano scevri da rischi e pericoli, anzi famosi per il loro “perdere la strada” per scelte arrischiate, e che escono dalle difficoltà grazie all’aiuto di “aiutanti magici”, quali la Fata Turchina e lo Stregatto.
L’emergenza dovuta alla pandemia da Covid-19 ha reso necessario modificare la prosecuzione e conclusione di alcuni laboratori avviati. Ma i laboratori e le attività condotte hanno fornito una ricchezza di stimoli che hanno dato forma, con il racconto, ad immagini e alcune testimonianze di studenti e di docenti/dirigenti degli Istituti scolastici coinvolti. Da oggi, il gioco d’azzardo patologico ha un “nemico” in più: i giovani.